Zone franche urbane e di montagna, dal Rassemblement Valdôtain una proposta di legge ai parlamentari

Zone franche urbane e di montagna, dal Rassemblement Valdôtain una proposta di legge ai parlamentari
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Dopo oltre 70 anni, la Valle d'Aosta potrebbe avere parte dell'applicazione della Zona franca, prevista dal suo Statuto speciale d'autonomia del 1948. La strada suggerita dal Rassemblement valdôtain, gruppo nel Consiglio regionale nato da poche settimane da una scissione della Lega, è quella di una proposta di legge al Parlamento su iniziativa del Consiglio regionale. Prevede l'istituzione delle Zone franche urbane, nelle aree urbane disagiate della Valle, e delle Zone franche montane, nelle piccole località al di sopra dei 650 metri di quota. In entrambe le tipologie di Zona franca, è prevista - in un periodo di tempo limitato - l'agevolazione nel versamento di alcune imposte, con una percentuale che nel tempo andrà a ridursi. L'obiettivo? "In una zona svantaggiata, si cerca di riportarla a livello delle zone circostanti" spiega il capogruppo del Rassemblement Valdôtain, Stefano Aggravi. A maggio, il Consiglio Valle aveva approvato all'unanimità l'istituzione di una Zona franca per la ricerca e lo sviluppo, che comprende incentivi per le imprese in tutto il territorio regionale. La proposta di legge del Rassemblement Valdôtain è stata presentata giovedì scorso, 12 ottobre, a Palazzo regionale, ad Aosta. Stefano Aggravi spiega: "Abbiamo scelto la strada di una proposta di legge al Parlamento, su iniziativa del Consiglio, e non di una norma d'attuazione di rango costituzionale. Il quadro normativo esiste, ma non è mai stato applicato".

Il Rassemblement Valdôtain ricorda tutti i tentativi di attuazione, dal 1947 in poi, della Zona franca doganale in Valle. "È un progetto non più attuale in un'Europa senza frontiere" aggiunge Stefano Aggravi. Per questo, le due Zone franche proposte sarebbero "aree sperimentali, in cui si applicano regimi impositivi e tributari differenziati" sul modello delle Zone franche montane avviate dalla Regione Siciliana. Le Zone franche urbane sarebbero individuate con decreto del presidente della Regione, su proposta della giunta regionale. Quelle montane riguarderebbero le attività economiche, anche piccole e microimprese, a oltre 650 metri di quota, coinvolgendo anche le imprese che sceglieranno di trasferirsi da fuori regione. Le risorse a disposizione per la riduzione della tassazione sarebbero di 30 milioni l'anno, pari grossomodo alla quota del differenziale Ici-Imu in Valle.

Per Stefano Aggravi è "un primo tentativo di mettere nel pratico quelli che finora sono stati soltanto alcuni proclami". La proposta di legge, depositata in Consiglio, sarà trasmessa ai 2 parlamentari valdostani, ai componenti della Commissione Paritetica Stato-Regione e il Rassemblement Valdôtain sarà "a disposizione per discuterla con ogni forza politica interessata". In aula avrà necessità di un'ampia condivisione, ma potrebbe essere approvata a maggioranza, con 18 voti sui 35 presenti.

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