Zona arancione, e si scatenano le disdette

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Con il passaggio della Valle d’Aosta in zona arancione abbiamo avuto molte disdette, con un rallentamento delle prenotazioni anche per febbraio e marzo, sia da parte degli italiani sia da parte degli stranieri». Insomma, come si temeva il cambio di colore - Valle d’Aosta unica in Italia - a partire da lunedì scorso, 17 gennaio, ha avuto conseguenze negative. Le spiega Filippo Gérard, presidente di Adava. «Molti erano rimasti fermi alle restrizioni della vecchia zona arancione, quindi pensavano che, venendo in vacanza, avrebbero trovato tutto chiuso. In alcuni casi siamo riusciti a spiegare agli ospiti che in realtà per i vaccinati cambiava poco, ma in altri casi hanno cancellato direttamente, senza chiedere chiarimenti».

Gli fanno eco i rappresentanti delle altre categorie ricettive in seno all’associazione. Mancano la continuità e la possibilità di pianificare il lavoro e regna sovrana una grande confusione secondo Ilaria Sonatore, proprietaria del B&B Maison de Montagne di Arvier, nonché delegata di categoria in seno all’Adava. «Il nostro lavoro ha bisogno di programmazione - spiega Ilaria Sonatore - e in questo periodo non è possibile. Il lavoro è discontinuo e incerto. Di solito erano gli stranieri a pianificare in anticipo e a fermarsi per periodi più lunghi, adesso sono proprio loro i più penalizzati negli spostamenti. Gli italiani prenotano last minute, possono arrivare richieste fino alle 24 ore precedenti, perché decidono in base al meteo e alle eventuali restrizioni dovute a positività e quarantene. Inoltre, hanno bisogno di essere continuamente rassicurati perché non capiscono se si possono muovere e cosa trovano di aperto. Tutti richiedono massima flessibilità nella prenotazione. E’ molto difficile lavorare in questo modo, anche perché rioccupare una camera rimasta vacante in questo periodo non è facile come ad agosto. Vi è stato un netto calo rispetto agli anni pre-Covid, anche se non riscontriamo il blocco totale delle prenotazioni».

«Siamo stati la prima e per ora unica regione in arancione, il che non è un bel biglietto da visita per la Valle d’Aosta» commenta Ivo Charrère, proprietario del Residence Au Vieux Grenier a Cogne e delegato Adava per il gruppo RTA-residenze turistico alberghiere. «Dal momento in cui è uscita la notizia, si è tutto fermato. Gli italiani non stanno più prenotando, neppure per febbraio e per la settimana di Carnevale, che di solito era come quella di Ferragosto. Siamo in balia degli eventi. Anche perché le prenotazioni degli stranieri erano ferme già da dicembre, ora a questa situazione già preoccupante si è aggiunto lo stallo degli italiani» dichiara Charrère.

Stessa musica anche per gli agriturismi, come precisa David Crest, proprietario de La Viggni de Crest a Beauregard di Aosta, nonché delegato Adava per la categoria: «Fino al 7 gennaio i flussi sono andati bene. Da quel momento è diventato faticoso lavorare: le persone prenotano, poi basta un positivo nella classe del figlio e tutta la famiglia deve annullare la vacanza. Dalla fine delle festività natalizie abbiamo avuto solo disdette e nessuna prenotazione, né per febbraio e neppure, almeno per ora per Pasqua. Nella mia struttura, nell’ultimo fine settimana prima della ripresa scolastica, su sei camere prenotate nessuna è stata confermata; nel fine settimana scorso, su dieci stanze, solo una era occupata. Fino all’ultimo possono arrivare disdette. Lavoravamo bene con il Regno Unito, ma in questo avvio di stagione se ne sono visti pochi. E ora anche gli italiani si sono fermati».

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