Voto anticipato, partiti e movimenti in fibrillazione Ai nastri di partenza la campagna elettorale estiva

Voto anticipato, partiti e movimenti in fibrillazione Ai nastri di partenza la campagna elettorale estiva
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Caduto il Governo Draghi - che resterà in carica solo per gli affari correnti - si voterà domenica 25 settembre. Un colpo di scena che ha spiazzato anche la politica valdostana che si trova improvvisamente ai nastri di partenza di una inedita campagna elettorale estiva. Infatti i tempi sono strettissimi: nei giorni di venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 agosto i partiti devono depositare al Viminale i contrassegni e i simboli elettorali. Domenica 21 e lunedì 22 agosto sono i giorni riservati alla presentazione delle liste, il 35esimo e il 34esimo antecedente il voto. Le liste dei candidati vengono presentate negli uffici centrali elettorali costituiti presso le Corti d’Appello. Venerdì 26 agosto è la data d’inizio ufficiale della “propaganda elettorale”, il mese di campagna elettorale prima del voto, con l’affissione dei manifesti elettorali. Ma è evidente che le manovre di partiti e movimenti per formare coalizioni e attrarre consenso inizieranno già nei prossimi giorni. E a brevissimo il senatore Albert Lanièce assicura che «Renderò noto se sarò disponibile a una mia eventuale ricandidatura oppure no». Chi invece ha già annunciato che non sarà della partita è la deputata del Movimento 5 Stelle Elisa Tripodi che, al contempo, respinge fermamente le accuse ai pentastellati di essere stati la cause delle dimissioni del premier Draghi. A suo avviso, il movimento del presidente Giuseppe Conte non poteva sottostare al ricatto di Lega e Forza Italia che avrebbe voluto estrometterlo dal Governo. Ma come si è arrivati a questo punto di non ritorno? «Che ci fossero tensioni in questa grande coalizione, - commenta il senatore Albert Lanièce - che metteva assieme partiti e movimenti con visioni troppo diverse, non era un segreto. Se un anno fa l’appello all’unità nazionale del presidente Mattarella era stato accolto, ora la crisi è stata innescata da meri interessi elettorali, da calcoli di bottega. La situazione è precipitata giovedì pomeriggio, con il premier Draghi che ha evidenziato con estrema sincerità le criticità che riguardavano diversi provvedimenti e la sua non disponibilità al compromesso». Quali riflessi potrà avere questa situazione sulla Valle d’Aosta? «Il prossimo scenario si presenta delicato. - ammette il senatore Lanièce - Alcuni dossier si sono sbloccati grazie Draghi ma c’è una serie di decreti attuativi e di riforme da fare entro fine anno. Il nostro gruppo “Per le Autonomie” ha votato la fiducia a Draghi proprio perche ritenevamo una follia ritrovarci nella situazione attuale. Insomma, diversi passaggi non sono scontati senza contare che bisognerà costruire la legge finanziaria. Chi vincerà non potrà tener fede alle promesse fatte in campagna elettorale, perché bisognerà tener conto degli aiuti a famiglie e imprese per fronteggiare inflazione e rincari dei prezzi di materie prime e approvvigionamenti energetici». Qual è il suo giudizio su questa legislatura? «In 5 anni sono cambiati 3 Governi - osserva Albert Lanièce - e tutto ciò prova quanto i partiti e i movimenti debbano impegnarsi per recuperare il rapporto e la fiducia con gli elettori».

Le reazioni di partiti e movimenti in Valle d’Aosta

La fine del Governo Draghi ha suscitato le reazioni delle forze politiche in Valle d’Aosta. In una nota congiunta Union Valdôtaine, Alliance valdôtaine e Vallée d'Aoste unie sottolineano: «Non troviamo giustificazioni plausibili e pensiamo sia assurdo far cadere un Governo in un momento in cui, per far fronte all'inflazione galoppante, a un impiego giudizioso delle risorse del Pnrr e il rilancio del mondo del lavoro dovremmo abbassare le bandiere dei partiti e alzare quelle del buon senso». La nota dei 3 movimenti autonomisti prosegue: «Stringiamo i ranghi e, se necessario, prepariamo la campagna elettorale con serietà e l'impegno che ci ha sempre contraddistinto». Dichiarazioni che giungono «All'indomani del voto di fiducia al Senato, che ha determinato la fine del Governo Draghi, con alcuni partiti politici usciti dalla sala di Palazzo Madama durante la votazione (Lega e Forza Italia, ndr), e un partito che resta ma non partecipa al voto (Movimento 5 Stelle, ndr)». Di fronte a questa situazione «Possiamo solo notare, con amarezza, la gravità della situazione politica in cui l'Italia si trova catapultata in un momento così delicato della sua storia».

Dal canto suo, anche il Partito Democratico stigmatizza l’accaduto e avverte: «Urlare e colpire alla pancia del Paese può aiutare a prendere voti, ma sicuramente non aiuta a migliorare la qualità della vita di chi si trova o si troverà presto in seria difficoltà». Il segretario regionale Luca Tonino annuncia: «Il Partito Democratico è pronto ad affrontare nuove elezioni, ricordando però a tutti i cittadini e le cittadine l'attenzione ancora maggiore che dovranno porre nella scelta di chi voteranno, perché ricordiamo che il numero dei deputati e dei senatori sarà sensibilmente minore. Il PD Valle d'Aosta sta già programmando le attività e le riunioni necessarie per portare avanti una campagna elettorale, che ci auguriamo possa essere sui temi e non sulla propaganda. Non faremo alleanze con chi oggi in un periodo economicamente e socialmente difficile per pura convenienza politica ha interrotto una legislatura per ottimizzare forse il proprio tornaconto elettorale. Saranno nostri interlocutori le forze politiche serie e responsabili che si occuperanno del bene della nostra Regione. Intorno all’elezione del Deputato e del Senatore valdostano, in un collegio uninominale, speriamo davvero di coalizzare un ampio fronte autonomista e progressista, che raccolga anche esperienze civiche, che si ponga come traguardo non solo il prossimo appuntamento elettorale ma anche una collaborazione più ampia».

Invece il coordinamento regionale di Forza Italia Valle d'Aosta, unitamente al gruppo degli eletti in Consiglio Valle e nel Comune capoluogo, sostengono all'unanimità la linea intrapresa dal presidente Silvio Berlusconi e dal coordinamento nazionale del partito a seguito delle dimissioni rassegnate dal presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi. «Di fronte a chi ha giocato a picconare il Governo - precisa una nota di Forza Italia - per poi tentare di addossare le responsabilità ad altri, tenuto conto di un puzzle parlamentare ormai non più ricomponibile, la strada tracciata dal nostro presidente Silvio Berlusconi è stata compresa e apprezzata anche dal presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, preso atto che in Francia hanno appena votato senza perdere nemmeno un euro dei fondi derivanti dal Pnrr, così come peraltro avvenuto anche in Germania. Dunque nessuna paralisi con il ritorno alle urne, la paralisi per il Paese ci sarebbe stata proseguendo con un governo ancora ostaggio dei capricci grillini, che si sarebbero amplificati all’ennesima potenza in sede di formazione della Legge di Bilancio. In un simile contesto, preme ricordare come tale linea sia stata scelta dal presidente Berlusconi con estrema responsabilità e comunque soltanto dopo avere tentato fino all’ultimo di mediare con il Presidente del Consiglio circa l'opportunità di stipulare un nuovo “patto di fiducia” con coloro che lo avevano sfiduciato appena una settimana prima».

Il senatore Albert Lanièce

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