Villeneuve, incertezza sul collaudo delle barriere Intanto la Regione dichiara lo stato di calamità
I lavori sono praticamente terminati. In settimana il cantiere della frana di Villeneuve è ripartito: non è stato facile, dopo che venerdì scorso, 20 marzo, la Regione aveva deciso di chiudere questo tipo di attività per contrastare la diffusione del Coronavirus. Dopo qualche giorno di stop, però, Comune e Regione hanno trovato un accordo e martedì 24 marzo gli operai sono tornati al lavoro sul costone di roccia che sovrasta il paese.
Non restava troppo da fare: in questi giorni di «chiusura in casa» forzata, gli abitanti di Villeneuve hanno potuto sentire le esplosioni degli ultimi disgaggi di roccia. Le operazioni di bonifica sono terminate, così come la costruzione delle due barriere paramassi volute dai geologi della Regione che dalla fine dello scorso anno sono al lavoro nel paese dell’Alta Valle per scongiurare altri pericoli per la popolazione. Le frane del 27 dicembre e del 1° gennaio sono ancora nel ricordo di tutti: resta da capire come e quando potrà essere ridotta la zona rossa del vecchio borgo di Villeneuve e riaperta via Pierino Chanoux, la strada che più avanti permette di collegare il centro del paese ai villaggi della parte alta.
Qui c’è l’intoppo. Le barriere sono al loro posto, come le reti. Per avere l’ok serve il collaudo: e la ditta incaricata arriva da Torino.
incognita sulle tempistiche
“L’azienda incaricata ha chiuso nelle scorse settimane e all’inizio della prossima settimana dovrebbe sanificare i loro mezzi. - dice il sindaco di Villeneuve Bruno Jocallaz - Speriamo che siano nelle condizioni di fare le verifiche del caso, perché c’è davvero la necessità di poter riportare a casa un po’ di gente”. L’urgenza che traspare dalle parole di Bruno Jocallaz ha un suo perché: gli smottamenti a cavallo di Capodanno avevano costretto in un primo tempo trentanove persone a lasciare le loro case. Quasi la metà ha potuto ritornare nelle proprie abitazioni già qualche settimana dopo la caduta della frana, al momento sono ancora ventidue gli abitanti di Villeneuve in attesa del nullaosta per rientrare nei rispettivi domicili. “Per farlo serve il collaudo delle opere, che secondo un primo cronoprogramma che avevamo stilato un mese fa avrebbe dovuto svolgersi all’inizio di questa settimana. Venerdì 20 si sarebbero dovute tenere le prove di collaudo: poi, però, l’emergenza Coronavirus ha cambiato le carte in tavola”, afferma ancora il Sindaco.
Oltre al ritorno al lavoro dell’azienda torinese, c’è però un altro problema da affrontare: quello della limitazione degli spostamenti disposta dai Decreti Conte. Bruno Jocallaz è al lavoro - di concerto con la Regione - per evitare che questo ulteriore impedimento allunghi i tempi di attesa. Perché con un collaudo (positivo) delle opere la quasi totalità degli abitanti di Villeneuve ancora sfollati potrebbe tornare a casa. Restano in standby i proprietari delle abitazioni che hanno subito danni dagli eventi calamitosi della fine dell’anno scorso: per loro il rientro è ancora lontano, anche se giovedì scorso 26 marzo è arrivata una prima buona notizia: il presidente della Regione Renzo Testolin ha infatti firmato lo stato di calamità per il paese. “In questo modo - conclude Bruno Jocallaz - chi con la frana ha avuto danni avrà maggiori tutele economiche”.