Villeneuve, concerto d’addio di Valentino Georgy storico direttore della Chorale Châtel Argent

Appuntamento oggi sabato 10 dicembre nella chiesa parrocchiale di Villeneuve per i festeggiamenti in onore dei 50 anni (più 1) della Chorale Châtel Argent di Villeneuve. Il concerto inizia alle 21, l’ingresso è gratuito. I brani in scaletta: «50 ans Châtel Argent», «La Desarpa», «Ma toute belle», «Lo campagnar», «Le voci di Nikolajewka», «La madelon» nella prima parte della serata. Nella seconda parte - più moderna - «Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi», «Quella carezza della sera», «Imagine», «Vacanze romane», «Hallelujah», «Fantasia popolare italiana» per chiudere con «Amici miei».

Perchè «50+1»? La Chorale Châtel Argent di Villeneuve è stata fondata nel 1971. In occasione di uno spettacolo teatrale organizzato per la patronale di San Biagio - che cade il 3 febbraio - si decise di inframezzare i 2 atti con dei canti. Il compito fu affidato dalla maestra Elvira Juglair al gruppo dei cantori, al quale si aggiunsero nuovi elementi. Il coro è sempre stato guidato, sin dall'inizio della sua attività, dallo stesso maestro, Valentino Georgy: quello di oggi è il suo concerto d’addio, con il passaggio del testimone a Miriana Perron. Il coro ha un repertorio popolare, brani d'autore e sacri, in italiano, francese, inglese, spagnolo, portoghese, brasiliano, latino, patois, piemontese e veneto. Ha partecipato a tutte le edizioni delle «Floralies», ottenendo diversi riconoscimenti. Nel 1979, all'interno della corale è nato un gruppo che suona fisarmoniche e «fléyé», i tradizionali strumenti a percussione ricavati dagli attrezzi che venivano utilizzati per battere il grano.

All’evento parteciperà anche il gruppo «Bazar Café» di Pollein composto da Erika Lenna (voce), Paola Zilio (percussioni), Giovanni Navarra (flauto traverso e voce), Loris Capitanio (chitarra), Marco Padrin (tastiere e voce). Eseguono i brani «C’est moi l’amour» di Sergio Caputo, «Buonasera signorina» di Fred Buscaglione, l’Ave Maria (nella versione di Beyonce), Italian Swing (brano originale di Marco Padrin), «Solo me ne vò» (di Natalino Otto), «La vie en rose» (Edith Piaf), «All of me» di Seymour Simons. Insieme alla corale «La chanson de l’homme au coeur blessé» di Moustaki Teodorakis e «California Dreamin’» di Michelle Gilliam e John Phillips.

«Senza l’interessamento della maestra Elvira Juglair, la sua fiducia e le sue azioni presso l’assessore Ferruccio Lustrissy - racconta Valentino Georgy - il coro non sarebbe nato. La sua spinta e il suo entusiasmo sono stati determinanti.

Don Dino Moris, allora parroco di Villeneuve, ha aperto la casa parrocchiale per poterci esercitare. E ricordo l’incontro con Guido Sportelli, direttore del coro Penne Nere: i suoi consigli mi hanno fatto capire cosa significasse “dirigere un coro”. Anche Pino Cerruti direttore del coro di Verrès mi ha aiutato con consigli e armonizzazioni importanti. Senza dimenticare Efisio Blanc: da lui ho imparato tante cose quando mi insegnava a cantare».

«La prima bella esperienza, - ancora Valentino Georgy - ricordo fu nel 1973 il viaggio a Parigi dove frequentavo un corso di formazione per centri culturali: tre giorni stupendi. Negli anni successivi l’incontro con un gruppo di partigiani di Sesto Fiorentino, ospiti dell’Hotel Valdôtain, diede il via a una serie di uscite in Toscana. Il coinvolgimento da parte del gruppo alpini di Villeneuve - e del capogruppo Vigilio Bonardi - ci ha consentito di proporre concerti sul territorio».

«Senza la forte volontà, la determinazione, e la passione di Miriana Perron, che ha preso in mano le redini del coro quando, per gravi motivi famigliari non potevo più occuparmene, tutto si sarebbe concluso già da molti anni.

Invece siamo ancora qui e poiché non posso più continuare a dirigere, cedo con gratitudine la “bacchetta” proprio a Miriana, augurando a lei e a tutto il gruppo - conclude Valentino Georgy - di continuare e migliorare ancora».