Via libera dal Consiglio Valle al Piano regionale, entro il 2026 differenziata all'80%

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Con 18 voti favorevoli della maggioranza e 16 astensioni (Lega, Progetto civico progressista, Pour l'Autonomie e Forza Italia), il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha approvato l'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022-2026. Il provvedimento è il frutto del coordinamento tra il disegno di legge della giunta regionale sul Piano e la proposta di legge del gruppo Progetto Civico Progressista in materia di gestione dei rifiuti speciali ed è stato illustrato in aula dal presidente della terza commissione «Assetto del territorio» Albert Chatrian, e dalla vicecapogruppo del Pcp Chiara Minelli. Il piano «mira a raggiungere, entro il 2026, un tasso netto di riciclo per i rifiuti urbani del 65 per cento e un tasso di raccolta differenziata almeno pari all'80 per cento», spiega in aula il presidente di commissione Albert Chatrian.

«L'obiettivo generale - prosegue - è ridurre l'attuale tendenza di aumento della produzione pro-capite dei rifiuti, ridurre il conferimento in discarica, raggiungere l'obiettivo del 10 per cento di rifiuti conferiti in discarica al 2035». Tra le novità ci sono poi l'estensione della raccolta porta a porta, l'attivazione della tariffazione puntuale e l'analisi di fattibilità di adottare un modello di gestione incentrato su di un unico ato. «Sotto il profilo impiantistico - prosegue Albert Chatrian - la previsione è di integrare l'attuale impiantistica per chiudere all'interno della regione il ciclo di recupero dell'umido, del verde e dei fanghi di depurazione trasformandoli in prodotti quali compost di qualità da riutilizzare nel settore agricolo e nei recuperi ambientali».

Il disegno di legge «prevede, oltre all'aggiornamento quinquennale, la possibilità di revisione qualora dal rapporto di monitoraggio intermedio si evidenziasse che i risultati raggiunti non sono in linea con gli obiettivi o le ricadute ambientali del Piano stesso», conclude il presidente di commissione. Durante il dibattito in aula, il capogruppo di Forza Italia Pierluigi Marquis ha sollevato alcune perplessità sull'aumento dei costi: «L'aumento della raccolta differenziata implica più mezzi in circolazione sul territorio - spiega - tenuto conto che, nella realtà valdostana, i costi più elevati del servizio riguardano proprio il trasporto e la raccolta, si avrà un aumento indiscriminato delle bollette e sarà dunque importante prestare attenzione per mitigare i potenziali effetti negativi del Piano».

Perplessità condivise anche dal consigliere della Lega Luca Distort, secondo cui «basare l'intero sistema di gestione dei rifiuti sulla differenziazione affidata alla buona volontà dei cittadini e alla capacità di differenziare correttamente è un primo punto debole perché la qualità del prodotto che emerge alla fine di questo ciclo è tendenzialmente bassa e la società Enval è obbligata alla ricompattazione del rifiuto o al trasporto fuori Valle negli impianti di pirogassificazione». Per Distort, «tutto questo ricadrà sui costi di Tari a carico dei cittadini e si perde l'occasione per un uso economicamente sostenibile dei rifiuti: per difendere l'ambiente bisogna darne le armi, che sono basate sulle leggi di mercato, bisogna costruire un'economia fondata sulla reddittività, compresa quella del trattamento dei rifiuti».

Sulla questione dei costi, il presidente della Regione Erik Lavevaz precisa che «sia a livello pianificatorio che di messa in campo da parte degli enti locali, si sta facendo un grande sforzo. Nel Piano sono incluse analisi di tipo economico rispetto alla raccolta differenziata e si è visto che dopo un aumento iniziale in fase di prima applicazione, i costi tendono a ridursi, a fronte di un servizio che deve essere ben organizzato».

E aggiunge: «Sicuramente, la situazione attuale, condizionata dalla difficoltà di reperire materia prima, sta dando un'ulteriore spinta alla riduzione dello spreco e al recupero della maggior parte del materiale, differenziando meglio». Il Consiglio Valle ha infiene bocciato cinque degli otto emendamenti proposti dal Pcp per «migliorare e affinare il testo», sopratutto in materia di discariche, ed «evitare di tornare al passato». «Bastava poco per concludere bene e dare ai cittadini le risposte che aspettavano e che invece non sono arrivate in modo adeguato e completo», afferma la consigliera Chiara Minelli, che non nasconde «rammarico anche perché le scelte coraggiose fatte per la raccolta dei rifiuti urbani nella bozza di Piano avviata alla Vas sono state annacquate e rese meno incisive». Per la consigliera del Pcp, «ciò non porterà a lavorare con la necessaria convinzione e il forte impegno per l'obiettivo rifiuti zero e l'applicazione delle direttive europee, come si sarebbe invece potuto fare».

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