Via Crucis per la pace al Monte Zerbion: preghiere in cammino nel ricordo di Celestino Noussan

Via Crucis per la pace al Monte Zerbion: preghiere in cammino nel ricordo di Celestino Noussan
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La processione per la pace si è ripetuta sabato scorso, 19 agosto, lungo il sentiero 105, che porta da Barmasc di Antagnod, in Val d'Ayas, ai 2.720 metri della punta del Monte Zerbion, come ogni sabato dopo Ferragosto (non più la domenica, problematica per coprire le Messe nei paesi). Fra turisti, amanti della corsa in montagna o della mountain bike, i pellegrini sono saliti lentamente, fermandosi a ciascuna delle 12 stazioni che conducono al Col Portola, ciascuna con la scultura che raffigura un momento della Passione di Cristo, lastre in pietra scolpite da Marcello Salvetta su disegno di Gabriele Girardi. «Ad organizzare la processione è un grande gruppo di persone - spiega don Alessandro Valerioti, vice parroco di Châtillon che ha guidato le meditazioni e celebrato la Messa di mezzogiorno, alla statua del Cristo Risorto, con vista sulla catena del Monte Rosa - Si chiamano La compagnie di Zerbion e provengono da Châtillon, Saint-Vincent, Pontey, Saint-Germain di Montjovet e sono coordinati da Paolo Merlet». Una rosa rossa ad ogni pannello di pietra, la meditazione della Via Crucis della Giornata mondiale della gioventù al Lisbona, il ricordo di Celestino Noussan, che 28 anni fa volle la Via Crucis dopo la celebrazione di San Giovanni Paolo II alla base del sentiero. La preghiera per la pace ha scandito il cammino, inframmezzato dai racconti dei più anziani e dal chiacchiericcio dei giovani, quasi tutti con un pezzo di legno raccolto alla partenza, da portare in cima per fare il fuoco sotto il paiolo della polenta. Al Col Portola, i pellegrini hanno raccolto anche un cubetto di cemento, per consolidare il terreno accanto al piccolo rifugio dove si è preparato il pranzo. Per don Alessandro è stata anche l'occasione per salutare tutti. «Domenica 10 settembre alle 18.30 farò l'ingresso ufficiale nella parrocchia di Chambave - ha annunciato don Alessandro Valerioti - che mi è affidata insieme a Diémoz e Saint-Denis».

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