Verrayes ricorda il cinquantenario della croce sulla Cima Longhede: domenica in 250 fino alla vetta

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Era il 1970 quando la Cima Longhede - la montagna che domina Verrayes insieme alla Becca d’Aver, a cui è collegata da un sentiero su un’ampia cresta erbosa - assunse la forma che conosciamo oggi con la posa della bianca croce in ferro alta nove metri. Saltati i festeggiamenti per il cinquantennale l’anno passato a causa della pandemia, più di 250 verrayons si sono ritrovati domenica scorsa, 18 luglio, per celebrare con un anno di ritardo l’importante avvenimento.

La maggior parte di loro è partita alle 8.30 all’area picnic di Champlong ed è arrivata in vetta in compagnia di asini e materiale edile, rievocando quello che fece la popolazione del paese mezzo secolo fa, ossia trasportare a spalle e con l’aiuto degli animali ai 2.416 metri di quota pezzi della struttura della croce, sabbia, cemento e acqua per costruire il piedistallo. Qualcuno è salito in elicottero - grazie alla collaborazione con il Gruppo Alpini Locale - altri ancora hanno “bivaccato” in tenda già la sera prima in un bel momento di convivialità con la croce illuminata mentre i ragazzi dello Sci Club Amis de Verrayes sono partiti addirittura dalla Dora Baltea - a Champagne - per toccare nello spazio di due ore appena il punto più alto e quello più basso del loro Comune.

Nello spiazzo verso la Cima Longhede si è poi celebrata alle 11 la Messa e si è potuto gustare il pranzo preparato dalla Pro Loco Amis de Verrayes: per l’occasione è stata trasportata, sempre in elicottero, una scultura in pietra con una targa dedicata a don Louis Perron, parroco di Verrayes dal 1955 al 2000 e promotore della costruzione della croce.

L’iniziativa, organizzata dal Gruppo Alpini in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Verrayes e le associazioni del territorio, si è poi chiusa con la pièce “Sella pouente i pouì po restà vouida…” messa in scena dalla compagnia teatrale Lo Tren è lo Pitché Tren di Verrayes.

“E’ stata una giornata che ha testimoniato l’unione che esiste nel nostro paese. - ha ammesso soddisfatta il sindaco Wanda Chapellu - Era necessario dopo un periodo così difficile come quello della pandemia. Anche se in mezzo secolo le cose sono cambiate lo spirito di allora è lo stesso di oggi. Devo fare un plauso a tutte le associazioni, che hanno collaborato affinché questa giornata riuscisse nel miglior modo possibile”.

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