Verrès, si è spento il bomber Roberto Gambero

Verrès, si è spento il bomber Roberto Gambero
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Se n’è andato sabato scorso, 26 febbraio, Roberto Gambero, ad Aosta, dove era ricoverato all’Ospedale regionale, indimenticato centravanti della squadra del capoluogo dal 1973 al 1977 e in seguito dell’Ivrea dal 1979 al 1981.

Nato ad Aosta il 14 aprile del 1952, ma di famiglia verrezziese visto che la mamma Elisa Bonin, insieme alla sorella Frida, era la titolare del rivendita di tabacchi e giornali di piazza Chanoux. Il papà Sergio, oltre alla passione per la pesca gli trasmise quella per il calcio, comune a tanti ragazzi del paese. A quattordici anni esordì con la maglia del Verrès in Seconda e aveva appena diciott’anni quando approdò nell’estate del 1970 a Salerno, giovane tra i giovani dell’ambiziosa Salernitana in serie C. Una piazza importante, come lo è ancora oggi, il vecchio stadio “Donato Vestuti” con una capienza ufficiale di 9.000 posti e spesso un’affluenza ben superiore, come in quella memorabile stagione, nella quale la Salernitana contese al Sorrento del famoso armatore Achille Lauro la promozione in B, con i sorrentini primi a 51 punti e i granata secondi a 50. Roberto Gambero che giocava nella Beretti insieme al fraterno amico Bobo Pernettaz, venne inserito in prima squadra in 8 occasioni: il 25 aprile 1971 partì come titolare contro il Potenza e segnò al 16’ (finì 2 a 0 per la Salernitana), il famoso allenatore Tom Rosati dopo la sconfitta di misura con il Sorrento e la larga vittoria con il Cosenza, lo schierò ancora nell’appassionante testa a testa finale e a Messina nel mitico stadio “Giovanni Celeste” Roberto Gambero sbloccò al 52’ una gara importantissima per poi ripetersi la domenica seguente, 23 maggio, chiudendo al 71’ l’incontro con il Pescara, dopo la rete iniziale di Mauro Pantani. Domenica 30 maggio, terz’ultima giornata, sia Gambero che Pernettaz, i 2 giovani valdostani, furono loro malgrado protagonisti, subentrando nella ripresa, della fatale sconfitta per la Salernitana a Barletta per 2 a 1. Quindi 7 giorni dopo, dopo il pareggio del Martifranca a Salerno all’81’, vi furono addirittura dei disordini con l’assedio alla squadra di casa da parte del pubblico e conseguente squalifica del campo, con ultima giornata vittoriosa sull’Enna ma inutile, visto che il Sorrento mantenne il punto di vantaggio.

Quella di Salerno e della C nel sud fu sicuramente un’esperienza incredibile per Roberto Gambero, su campi spesso privi di erba, stadi pieni di tifosi, pubblico assiepato ovunque, grande passione. La stagione successiva, dopo la riconferma e l’arrivo di Giancarlo Vitali, non riuscì però a fare bene come in quella precedente, collezionò 6 presenze e nessun gol, così venne ceduto nell’estate del 1972 alla Paganese in serie D, insieme a Bobo Pernettaz. I 2 Roberto l’anno successivo risalirono la penisola per approdare nell’agosto del 1973 all’Aosta allenata dal vercellese Giovanni Donna, pragmatico e navigato mister, che prediligeva il calcio all’italiana con marcatura a uomo e contropiede. Roberto Gambero era un centravanti all’inglese, ambidestro, abile nel gioco aereo e che sovente, invece di puntare a rete, giocava da boa a centro area per favorire l’inserimento e la finalizzazione degli esterni “Micio” Furlan e Nunzio Santoro. I 4 campionati nell’Aosta furono per Gambero densi di soddisfazioni per le tanti di reti segnate e per le 2 promozioni in D, ottenute la prima con Giovanni Donna nel 1974 e la seconda nel 1977 con Nunzio Santoro, passato con ottimi risultati dal campo alla panchina dell’Aosta, ma anche negativi per la frattura di una gamba riportata durante una partita a Villadossola. Quando Gambero era all’Aosta e in Nazionale Dilettanti ebbe l’opportunità di tornare in C, ma i dirigenti volendo giocare al rialzo rifiutarono l’offerta di 40 milioni di lire, fatta dal presidente Romeo Anconetani del Pisa, allora militante appunto nella terza serie, visto che raggiunse la B nel 1979. La sua avventura calcistica proseguì con la maglia arancione dell’Ivrea e la vittoria nel 1981 ottenuta con allenatore proprio Santoro, dopo un memorabile spareggio con la Cossatese, ma la sfortuna lo aspettava di nuovo con un’altra frattura alla gamba.

Nunzio Santoro ricorda così l’amico scomparso: “Roberto, prima che un bravo giocatore era una gran persona. E nel mondo del calcio allora ce n’erano altri come lui che difendevano la propria squadra, esponendosi talvolta a gravi infortuni e uno di quelli era Roberto Gambero”. Per Loris Joux, Roberto Gambero era prima di tutto un amico: “Era umile, concreto. In estate con Mirko Feder passavamo a prenderlo per andare a giocare i tornei nel vercellese, a Sandigliano, all’epoca era una moda che coinvolgeva anche giocatori di B. Così guadagnavamo qualcosa extra, senza che la società lo sapesse. Ricordo come fosse oggi la partita di Sarzana, dove causai un rigore: inseguimmo fino all’ultimo e proprio al 90esimo Roberto di testa pareggiò, non stavo nella gioia e continuavo ad abbracciarlo, lui mi disse “Loris continuiamo a giocare”, perché anche se era praticamente finita lui non mollava fino all’ultimo”. Adesso, gioca lassù dove ha ritrovato gli altri giocatori dell’Aosta che, nonostante il fallimento e la cancellazione dalla Figc dell’agosto 1998, continua a vivere nel ricordo dei suoi tanti tifosi.

Roberto Gambero aveva lavorato da Guglielminotti Marmi, poi alla Cogne e quindi alla riserva di pesca del Casino de la Vallée di Arcesaz a Brusson, dove viveva. Sposato con Iuliana Varga era papà di Roberta ed Alessio e nonno di Sophie e Olivier: l’ultimo saluto all’indimenticato bomber dell’Aosta è avvenuto nella mattinata di martedì scorso, 1° marzo, a Verrès.

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