Verrès saluta il maresciallo Sacco, uomo di cuore e di parola
Si chiamava Erminio ma in pochi lo sapevano. Per tutti era “Il maresciallo Sacco”, come se “maresciallo” fosse il suo nome di battesimo da sempre. Incontrarlo in paese era un piacere: la sua era un’affabilità d’altri tempi, a tratti quasi cerimoniosa ma gradevolissima, con un sorriso sincero che rasserenava, una buona parola per tutti. Con la scomparsa di Erminio Sacco Verrès ha perso un altro pezzo della sua storia. E non solo perché è stato comandante della locale Tenenza della Guardia di Finanza dal 1968 al 1982. Soprattutto perché era un uomo buono e davvero stimato da tutti.
Era una caratteristica di Erminio Sacco quella di sapersi adattare alle situazioni e di farsi apprezzare dovunque si trovasse nei numerosi spostamenti inevitabili nel suo mestiere, prima di trovare un porto più stabile in Valle d’Aosta.
Era nato il 16 aprile del 1926 a Poggio Imperiale, in provincia di Foggia. A diciannove anni si era arruolato nella Finanza trascorrendo a Roma il primo periodo di formazione alla Scuola per Sottufficiali. Poi prestò servizio in Val d’Intelvi, nella zona di Como, e a Tarvisio, in Friuli. Amava viaggiare e allargare i suoi orizzonti, conoscendo persone e posti nuovi: così nel 1956 accettò un incarico in Somalia, dove rimase per cinque anni. «Ho imparato a nuotare nell’Oceano Indiano», gli piaceva ricordare.
Erminio Sacco arrivò ad Aosta il 6 febbraio del 1962, un giorno in cui la città era coperta di neve. In pochi mesi era passato dall’equatore al freddo inverno valdostano. Fu destinato alla caserma di via Sant’Anselmo dove ricoprì incarichi di crescente responsabilità prima di diventare, nel 1968, il comandante della caserma di Verrès.
Intanto il 23 settembre del 1963 si era sposato con Carmelina Parisi, la sua fidanzata storica, che abitava a due strade di distanza dalla sua casa d’infanzia, a Poggio Imperiale. La cerimonia venne celebrata a San Giovanni Rotondo e si concluse con il ricordo indelebile della benedizione da parte di Padre Pio. Dalla loro unione sono nati quattro figli: Angela nel 1964, Rossana nel 1967, Letizia nel 1968 e Augusto nel 1970. «Sognavo questa famiglia prima ancora di averla creata» diceva.
Il lavoro e la famiglia sono stati i capisaldi della sua vita. E’ andato in pensione nel 1982, congedato con il grado di Maresciallo Maggiore Aiutante. Donatore dell’Avis, ha dedicato la sua vita al servizio degli altri, con profonda bontà d’animo e - come era solito dire - con una «fede incrollabile», dando una mano al prossimo ogni volta che poteva. Di un’onestà specchiata, ha ricevuto il titolo di Cavaliere del Lavoro dalla Regione nel 1985 ed è stato insignito del Cavalierato della Repubblica nel 1990. Si è spento lunedì scorso, 9 agosto, all’Ospedale regionale “Umberto Parini”; i suoi funerali sono stati celebrati mercoledì nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Verrès.