Verrès, addio allo storico falegname Franco Thoux
Sono stati celebrati nel pomeriggio di sabato scorso, 24 aprile, nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria, a Verrès, i funerali di Franco Thoux, per tanti anni apprezzato falegname con il laboratorio in via Artifizi, a Verrès.
Figlio di Francesco Thoux e di Elisa Dondeynaz insieme ad altri cinque tra fratelli e sorelle, era nato a Montjovet il 30 luglio del 1928. Da bambino trascorse diverse estati negli alpeggi in Val d’Ayas, poi, dopo le scuole dell’obbligo, apprese il mestiere di falegname dal padre Francesco, che lavorava nella bottega artigiana di via Artifizi di proprietà dello zio Severino, che era papà del medico Rinaldo Thoux. Franco ha poi rilevato l’attività insieme al fratello Remo, dedicandosi inizialmente alla realizzazione di serramenti e poi di mobili su misura, prevalentemente in noce. A completare il sodalizio arrivò, di ritorno dal Giappone, il fratello più giovane Giovanni, in seguito divenuto uno dei più noti scultori valdostani, che portò nell’attività il suo originale talento artistico. Ognuno dei fratelli aveva il proprio ruolo: il posto di Franco era al tavolo, con la sega e la pialla. I mobili che uscivano dalla bottega dei Thoux erano molto apprezzati e assai richiesti, in particolare nelle vallate di Ayas e di Gressoney. Erano gli anni in cui ancora venivano prodotte in modo artigianale anche le casse per i defunti, così per Franco e il fratello Remo fu nella natura delle cose aprire anche nel 1966 l’agenzia di pompe funebri.
Persona di fede profonda, dalla moglie Olga Mori ha avuto due figli: il medico in pensione Mauro e Paolo, ingegnere, che viveva a Bergamo e che è mancato di Covid proprio un anno fa.
Pur non avendo proseguito gli studi, Franco Thoux era una persona preparata e di vasta cultura: leggeva moltissimo, era appassionato di storia e spesso ne discuteva, difendendo con passione le proprie opinioni. Adorava il canto - era stato tra i membri fondatori del Coro Verrès nel 1951 - e gli piaceva viaggiare in tutta Europa, in particolare nelle città d’arte.
Dopo aver lavorato per 60 anni, negli ultimi tempi la sua salute era andata peggiorando. Era stato ricoverato alla residenza protetta Anteo di Antey e poi nella Casa della Divina Provvidenza di Châtillon, dove era ospite anche la moglie Olga. Quando quest’ultima è mancata nello scorso mese di settembre, Franco ha lentamente smesso di lottare: si è spento giovedì 22 aprile, sempre assistito dalle attente cure del personale della struttura. Lascia il figlio Mauro, i nipoti Marta, Sara, Cinzia e Matteo, la sorella Alda e il fratello Giovanni.