Venduto il trenino di Cogne, finirà in Kazakistan Spesi trenta milioni, incassati trentamila euro
Poco più di 30mila euro per un treno elettrico mai usato, 80mila per trasportarlo dalla Valle d’Aosta a Milano dove verrà adattato per essere utilizzato da una clientela asiatica e per essere poi trasferito in qualche paese dal nome impossibile da pronunciare. Peccato che l’investimento complessivo per un’opera mai entrata in funzione - tra progettazione, interventi realizzati e acquisto dei materiali - sia stato di circa 30 milioni di euro, e oltre 20 anni di lavoro.
Si conclude così, con la vendita del trenino di Cogne ad un’azienda milanese, una storia ordinaria di spreco all’italiana. Pochi spiccioli per un’impresa milionaria che risale agli anni Ottanta del secolo scorso, quando si decise di realizzare il collegamento a fini turistici tra Cogne e Pila con la tramvia intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz. Un’opera che sulla carta pareva avere grandi opportunità e in cui all’epoca la Regione credeva molto, che però si concluse con un nulla di fatto, tra innumerevoli problemi tecnici mai risolti e materiali inutilizzabili.
Ora il mitico trenino verde di Cogne, nuovo di pacca, potrà finalmente essere utilizzato e non per scopi turistici, come verrebbe logico pensare, ma per garantire il trasporto interno in una cittadina dell’est asiatico.
La conferma viene proprio dal responsabile della ditta, la Valente spa di Milano, che l’ha acquistato all’asta dalla Regione per la modica cifra di 31 mila e 150 euro, una somma che oggi si spende più o meno per comperare un’automobile.
«Stiamo valutando una serie di possibilità, ma la più probabile è che il trenino di Cogne finisca proprio in uno dei paesi dell’est con cui lavoriamo normalmente come ad esempio il Kazakistan. - spiega Luca Menoncello, titolare della società milanese che si occupa proprio di costruzione di locomotive e di materiale rotabile ferroviario - Si tratta infatti di una tipologia di attrezzatura, 3 locomotive e 10 carrozze, che in quelle zone viene utilizzata per collegare internamente una cittadina di piccole o medie dimensioni. Il vero problema sarà recuperare il materiale e trasportarlo da Pila e Cogne, dove si trovano al momento i vari pezzi, a Milano. Un’operazione che costerà non meno di 80mila euro».
Il tutto dovrebbe avvenire già nel mese di aprile o maggio. Una volta giunti a Milano, i vari componenti verranno adattati alle nuove esigenze del mercato estero.
Si scrive quindi la parola fine ad un’operazione che si è rivelata fin da subito molto complessa e problematica. E’ questa la considerazione del sindaco di Cogne, Franco Allera, che ricorda le ultime relazioni tecniche commissionate dalla Regione a un pool di professionisti ed esperti, ancora agli inizi degli anni Duemila, per cercare di capire se in qualche modo si poteva risolvere il problema del collegamento Cogne–Pila, 7 chilometri di galleria, larga 3 metri e alta 4, scavata nella roccia e nell’ultimo tratto di 800 metri caratterizzata da infiltrazioni d’acqua.
«Scartate tutte le opzioni a fini turistici, per problemi soprattutto legati alla sicurezza, si era anche pensato di utilizzare il tratto come percorso pedonale ai fini di protezione civile, o come condotto tecnologico per lo scambio di servizi come acqua e metano con il Comune di Gressan. Ma anche in questo caso i problemi da risolvere restavano molti», commenta Franco Allera.
Il primo tentativo di vendita del trenino di Cogne (andato deserto) da parte della Regione risale a 2 anni fa, aprile del 2020, e il prezzo a base d’asta era stato fissato in 630 mila euro. Secondo tentativo a settembre del 2021, con un prezzo già sceso a 100 mila euro, ulteriormente ribassati a 31 mila 150 euro nell’ultima procedura che si è appunto conclusa con la vendita all’asta alla società milanese, avvenuta martedì 15 marzo scorso. Un ribasso fortissimo determinato proprio dalle difficoltà di movimentazione, carico e trasporto dei materiali che hanno un peso complessivo di 65 tonnellate e che si trovano in parte a Pila e in parte a Cogne.
Dopo la chiusura della miniera di Cogne avvenne il passaggio dell’infrastruttura al Comune di Cogne che avrebbe dovuto riconvertire la linea in un impianto turistico; venne così realizzato il prolungamento di 800 metri da Acque Fredde alla vicina località Plan-Praz, sede di interscambio con la telecabina Aosta-Pila. Dopo aver proceduto a tutti gli interventi in galleria, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, si acquistarono le 10 carrozze (con 15 posti a sedere ciascuna) e le 3 locomotive comprensive di tutta l’attrezzatura per metterle in funzione, caricabatterie e pezzi di ricambio. Difficoltà di tipo tecnico (materiale non idoneo e problemi progettuali) pregiudicarono però la messa in opera del nuovo servizio che complessivamente costò circa 30 milioni di euro. Il progettista, l’ingegnere Alberto Devoti, fu condannato dalla Corte dei Conti a risarcire la Regione per 6 milioni di euro.
Nel 2012 la Giunta regionale decise di arrendersi, dichiarando l’inservibilità ai fini di trasporto pubblico del trenino di Cogne e inserendo i beni in questione nel piano di alienazioni. Per poter procedere alla vendita, la Regione ha dovuto però attendere la conclusione, arrivata nel 2019, del contenzioso con la società Costarail.