Venduto il castello. Il presidente Erik Lavevaz: «Stiamo analizzando prezzo e costi di gestione»
Una vendita annunciata da tempo, con una trattativa monitorata attentamente dal sindaco di Introd Vittorio Anglesio che nei giorni scorsi si è concretizzata. Sul mercato da alcuni anni, il castello di Introd è stato alienato dai proprietari Giuseppe Caracciolo di Brienza e Maria Cristina Catemario di Quadri, entrambi 85enni, a favore di un compratore al momento anonimo, anche se l’atto preliminare - obbligatorio nel caso di vendita di un bene storico e vincolato - è stato stipulato e trasmesso agli aventi diritto alla prelazione venerdì scorso, 11 marzo. Da quel momento decorrono i 60 giorni di tempo per decidere la prelazione da parte di 3 soggetti: lo Stato, la Regione Valle d’Aosta e il Comune di Introd. Il prezzo di vendita determinato in atto giovedì 10 è di 4,8 milioni di euro, ai quali bisogna aggiungere il 9 per cento della tassa di registro - 432mila euro - e le spese notarili, quindi un totale che si aggira sui 5 milioni e 300mila euro. Oggetto della compravendita lo storico immobile, restaurato completamente nei primi decenni del Novecento, che catastalmente comprende 35 vani. Un prezzo molto elevato per il mercato attuale, che comunque qualcuno - il misterioso compratore - è stato disposto a pagare.
«Per noi di Introd il castello è fondamentale, è nei nostri cuori, è sul simbolo del Comune, è un volano di attività economica, è tutto. Perderlo sarebbe veramente drammatico». Così il sindaco di Introd, Vittorio Anglesio, commenta la firma dell'atto.
Ora la Regione e anche il Comune avranno ancora poco più di 50 giorni di tempo per esprimersi, anche se il sindaco Anglesio non sembra prendere in conto un possibile acquisto da parte dell’Amministrazione di Introd, magari tramite un mutuo oppure attraverso una raccolta di fondi internazionale, un crowdfunding, uno strumento molto utilizzato e con successo per i beni culturali.
«Come Comune - spiega Vittorio Anglesio - abbiamo fatto il possibile per far trovare la Regione pronta: a novembre abbiamo saputo che era stata avviata questa trattativa e abbiamo subito avvertito l'Amministrazione regionale affinché questa notizia non arrivasse inaspettatamente. Ora tocca alla Regione agire». A questo proposito, era stata lanciata, qualche settimana fa, una raccolta di firme online, sul sito change.org, che ha raccolto più di 1.100 adesioni.
Questione che verrà presa in carico dall’intero consiglio comunale di Introd, convocato da Vittorio Anglesio per le 17 di giovedì prossimo, 24 marzo. All’ordine del giorno il punto «Determinazioni in merito all’esercizio del diritto di prelazione relativa alla compravendita del Castello di Introd». E’ ovvio che una cifra come quella della compravendita, ovvero oltre 5 milioni di euro non sembra alla portata di un Comune piccolo come Introd. Sarà comunque l’occasione per ribadire quanto il complesso storico stia a cuore alla comunità e per ipotizzare forme di collaborazione nel caso la Regione prendesse in considerazione la possibilità di esercitare la prelazione.
«Abbiamo avviato il percorso di verifica necessario alla prelazione: - dichiara dal canto suo il presidente della Regione Erik Lavevaz - da una parte c'è l'analisi degli atti formali, dall'altra quella della congruità del prezzo, che avrà bisogno di una perizia indipendente. Una volta acquisiti questi dati, potremo unirli ai costi che comporterebbero sia la presa in carico sia la futura gestione del castello. Siamo consapevoli dell'importanza che questa struttura riveste per il paese e per la sua comunità, allargata a tutta la Valle d'Aosta: l'obiettivo è di certo quello di avere una valorizzazione permanente di questo bene, senza preclusioni verso l'attività privata ma coscienti di quanto non si possa andare verso un luogo chiuso verso l'esterno».
In passato, per alcuni restauri, la proprietà del Castello di Introd ha beneficiato dei contributi a fondo perso della legge regionale 27 che però vengono concessi in cambio della possibilità di permettere le visite. Un aspetto questo, sancito dalla normativa, che permetterebbe quindi di rendere visitabile il complesso in alcuni periodi, escludendo di fatto la possibilità di chiudere al pubblico in modo definitivo la dimora storica.