Valtournenche, una nuova famiglia per la cagnolina abbandonata Mirabeau
Ha suscitato commenti indignati la storia del cucciolo di Bovaro del Bernese picchiato dal suo padrone, dato in affido a una famiglia di fuori Valle, ma nei giorni scorsi restituito al proprietario su disposizione del Tribunale di Aosta. Stringe il cuore, invece, la storia di una cagnolina, occhi dolci e pelo lungo e nero, che per giorni e giorni, dall’inizio di dicembre, ha girovagato nella zona del villaggio La Brengaz a Valtournenche. A lungo nessuno è riuscito ad avvicinarla oltre il metro di distanza, ma tutta la gente del villaggio si è prodigata per non farle mancare una voce amica e, soprattutto, il cibo. «Abbiamo avuto tutti la sensazione che si trattasse di un cane abbandonato - racconta Adele Mander - perché trascorreva ore e ore sdraiata sull’asfalto come se stesse aspettando qualcuno che tornasse a riprenderla. Aveva lo sguardo dolce e nello stesso tempo molto triste. E questo faceva stare male chiunque di noi. Temevamo anche che potesse essere investita da una macchina. Ma la cosa bella è stata poi vedere che Yana Roshka, mia vicina di casa è riuscita ad avvicinarla e, finalmente, ad accarezzarla».
Per la cagnolina si è mobilitata la Polizia Locale, avvisata dall’Associazione valdostana protezione animali che gestisce il canile di Aosta. È stato richiesto l’intervento del personale della Stazione Forestale di Antey-Saint-André che ha a sua volta ha posizionato una gabbia-trappola con la speranza che il cane vi entrasse. Ma di tutto questo non c’è stato bisogno. È bastata tanta pazienza e una carezza. La prima a fargliela è stata Yana Roshka, fotografata dal compagno Marco Solari nel buio della sera di giovedì 17 dicembre scorso, con il cane accanto a lei sdraiato nella neve sul prato vicino a casa. La donna per qualche giorno aveva tentato l’approccio ravvicinato con il cane seduta anche lei sull’asfalto della strada. «Sapevo dentro di me - confessa Yana Roshka - che quello era il modo migliore per infondere fiducia al cane. E così è stato. Ho provato un’emozione molto forte quando l’ho toccata mentre mi guardava con i suoi occhioni neri. Il mattino dopo si è fatta accarezzare anche da Marco. Insieme ci siamo abbracciati e l’abbiamo abbracciata. Abbiamo subito visto che era una femmina e che era un animale giovane. Adele Mander ci ha prestato un collare e un guinzaglio e non abbiamo fatto nessuna fatica a mettere al cane».
«La mattina dopo si è fatta accarezzare anche da me e ci ha seguiti in casa - aggiunge Marco Solari - prendendo immediatamente possesso di un pouf in salotto. Era sporca, aveva il muso ricoperto di ragnatele e odorava di stalla. Con Yana e la nostra amica Adele abbiamo deciso di chiamarla Mirabeau che in francese, etimologicamente, significa “belle vue”. E Mirabeau crescerà insieme a noi, tra le montagne della Valtournenche. È stato il più bel regalo di Natale della nostra vita!».
Mirabeau non aveva il microchip. Mercoledì 23 dicembre le è stato messo dal veterinario di Verrès Franco Valente che l’ha visitata confermando che l’animale è molto giovane, sotto l’anno di età. «Tutto è bene quel che finisce bene - commenta il direttore del Canile di Aosta Danilo Maccarone - e noi più che mai siamo felici per Mirabeau e per la sua nuova famiglia».