Valsavarenche, l’alpeggio di Djouan sarà gestito da un’associazione di imprese valdopiemontese

Valsavarenche, l’alpeggio di Djouan sarà gestito da un’associazione di imprese valdopiemontese
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Dovrebbe definirsi nei prossimi giorni l’aggiudicazione per il quinquennio 2021-2026 della conduzione dell’alpeggio Djouan in Valsavarenche, situato a 2.200 metri di quota poco a monte della casa reale di caccia di Orvieille. Il condizionale è d’obbligo, perché sono in corso le ultime verifiche del Comune che richiedono riscontri per arrivare alla “denuncia efficace dell’aggiudicazione”.

La gestione di Djouan dovrebbe essere affidata a un’associazione temporanea di imprese formata dalla valdostana “Società agricola Planaz Giuseppe ss” di Issogne, che di fatto garantisce in alpeggio la presenza di bovini di razza valdostana per la produzione di latte da trasformare in Fontina, e dall’azienda agricola piemontese “L’Ariete”, che ha sede in provincia di Cuneo: le due imprese si sono aggiudicate l’appalto grazie a un rilancio del duecento per cento sulla base d’asta, fissata dall’Amministrazione comunale in cinquemila e cinquecento euro annui.

Vincendo la gara, l’associazione temporanea di imprese valdopiemontese sborserebbe oltre quindicimila euro l’anno al Comune di Valsavarenche, proprietario dell’alpeggio dove possono essere monticate centoventi bovine da latte e una ventina di manzi e vitelli.

Alla gara per la conduzione dell’alpeggio Djouan - raggiungibile solo a piedi - indetta lo scorso mese di novembre dal Comune di Valsavarenche, avevano partecipato altre due aziende agricole piemontesi, la società agricola Benedetto Laura e l’azienda agricola Benedetto Denis, poi escluse dalla gara per mancanza di requisiti, e altre tre realtà valdostane, quelle di Hervé Munier di Saint-Pierre, di Fabio Dalbard di Pollein e di Henri Tutel di Saint-Marcel.

Per l’indizione del bando di affido dell’alpeggio il Comune del Grand Paradis si era avvalso dell’utilizzo del modello approvato nel 2015 dal Celva per fronteggiare alcune criticità, causate soprattutto dall’affidamento di alpeggi e terreni a grandi aziende di fuori Valle.

La presenza di un numero sempre maggiore di allevatori provenienti da località di fuori valle per gestire alpeggi valdostani è, infatti, un tema che fa discutere da molto tempo. Si comincia, infatti, a percepire il malumore della maggior parte di addetti ai lavori valdostani e delle istituzioni che temono, in particolare maniera, l’arrivo di speculatori alla ricerca di superfici utili che possono garantire l’ottenimento di ancora maggiori aiuti europei della Politica Agricola Comunitaria, la cosiddetta Pac.

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