Valsavarenche, incontro sotto il segno del federalimo con i Comuni di Ventotene, Torre Pellice e Sabaudia

Valsavarenche, incontro sotto il segno del federalimo con i Comuni di Ventotene, Torre Pellice e Sabaudia
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I valori antifascisti, la Dichiarazione di Chivasso e il manifesto di Ventotene, con l’ideazione del modello federale e l’integrazione europea, sono le fondamenta su cui poggia il gemellaggio tra Valsavarenche, Ventotene, Torre Pellice e Sabaudia. Non a caso la Fondation Chanoux e il Comune di Valsavarenche collaborano da tempo in ambito culturale, storico e sociale per sviluppare iniziative che promuovano il pensiero chanousiano e sensibilizzino il pubblico al pensiero federalista e all’identità valdostana. Così a 3 mesi dalla firma ufficiale del gemellaggio avvenuta sabato 31 agosto a Ventotene, i rappresentanti dei 4 Comuni si sono ritrovati per un prima riunione di lavoro domenica scorsa, 1° dicembre, nel Municipio di Valsavarenche. La riunione è stata preceduta dall’incontro “Fare comunità. Idee e progetti al servizio di un domani condiviso” che si è svolto sabato 30 novembre nella Sala conferenze della BCC valdostana ad Aosta. In tale occasione Mario Leone, autore del volume “La mia solitaria fierezza. Altiero Spinelli. Le carte del confino politico di Ponza e Ventotene dell'Archivio di Stato di Latina” dialoga con Pasquale Centin, vicesindaco di Chivasso e Bruna Peyrot, presidente della Fondazione Centro culturale valdese. Sono intervenuti i sindaci di Valsavarenche Roger Georgy, di Chivasso Claudio Castello, di Sabaudia Laberto Mosca e di Torre Pellice Maurizia Allisio e l’assessore alla Programmazione finanziaria del Comune di Ventotene Raffaele Sanzo. Ha moderato la tavola rotonda il presidente della Fondation Chanoux Marco Gheller. Nel suo intervento, Roger Georgy ha evidenziato che «Chi mi conosce sa che da quando sono sindaco ho sempre messo l’accento sul “fare comunità”. È la comunità che ha salvato i nostri popoli di montagna, è il mutuo soccorso che ha permesso alla nostra gente di sopravvivere ai lunghi inverni e di prendersi cura del territorio. Una cura rivolta verso gli altri: i nostri antenati pensavano alle generazioni future, noi ora dobbiamo pensare ai nostri figli e anche ai figli di chi sceglie le nostre valli per turismo, riposo e rigenerazione spirituale. Anche questo è condividere. Condividere la conoscenza per conservare la bellezza del nostro paesaggio. Non è scontato. Anche perché dobbiamo essere noi i primi a riconoscerla, questa bellezza».

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