Valsavarenche, addio commosso a Pierino Jocollé il bancario che amava la montagna e la musica

Valsavarenche, addio commosso a Pierino Jocollé il bancario che amava la montagna e la musica
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Pierino Jocollé era affascinato dalla bellezza. L’aveva cercata dappertutto - nelle canzoni di una volta e in ogni angolo delle montagne della sua regione - e l’aveva sempre trovata, anche nei posti più disparati. Per lui la bellezza era un quadro di un pittore rinomato in una di quelle mostre di Milano o Torino che amava tanto frequentare, come pure il tramonto del sole davanti alla casa di Rovenaud. La bellezza era anche e soprattutto ritrovarsi con la sua grande famiglia e magari intonare, tutti insieme, uno dei canti che aveva imparato da bambino.

Pierino Jocollé è venuto a mancare in mezzo alla bellezza. Domenica scorsa, 2 maggio, aveva scelto di andare a camminare sui sentieri che da Aymavilles salgono verso Pont d’Ael. Era uscito di casa sorridente, dando appuntamento alla moglie Lucia Dégioz per il pranzo nella loro casa di Saint-Pierre a cui avrebbero dovuto partecipare i familiari.

Il suo cuore ha smesso di battere all’improvviso e i tentativi di rianimarlo sono stati vani. Una morte improvvisa, per certi versi feroce, che ha gettato nello sconforto la famiglia e i tanti conoscenti che aveva in ogni angolo della Valle d’Aosta. Le lacrime, però, sono state asciugate martedì scorso, 4 maggio, dalle parole di una canzone che tante volte era stato lo stesso Pierino a intonare alla fine di un funerale, quelle di “Signore delle Cime”.

Pierino Jocollé era nato a Valsavarenche l’11 dicembre del 1946, figlio di Siro e Josephine Viérin che sei anni più tardi allargarono la loro famiglia con l’arrivo di Luigino. Aveva sempre avuto voglia di imparare e sembrava essere particolarmente a suo agio con i numeri: così, una volta finite le scuole medie, si era iscritto al Manzetti di Aosta con l’obiettivo di diventare ragioniere. Diplomatosi, era stato tra i migliori della sua classe e quel risultato gli permise di farsi notare dai dirigenti della Cassa di Risparmio di Torino. Per fare carriera occorreva però partire dal basso e lui non si tirò certo indietro. Iniziò come cassiere a Rivarolo prima e ad Aosta poi: diventò presto direttore e nella sua lunga permanenza in Crt guidò le filiali di Morgex, Verrès, Valtournenche e Châtillon, facendosi volere bene dai clienti di ogni zona che aveva frequentato.

Il suo cuore, però, era sempre lì, a Valsavarenche. Benché viaggiasse parecchio tornava a casa ogni volta che poteva. C’erano i genitori da andare a trovare e pure l’amore con una ragazza - Lucia Dégioz - da coltivare. I due si sposarono il 28 settembre del 1974 e da quel matrimonio nacquero Giovanni nel 1975, Josette nel 1976, Henri nel 1982 e Murielle nel 1987.

La famiglia si stabilì a Saint-Pierre, tuttavia ogni occasione era buona per tornare a Rovenaud. Il fine settimana, le vacanze più disparate, l’estate con i lavori della campagna da sbrigare. A Valsavarenche Pierino Jocollé era stato a più riprese consigliere comunale tra gli anni Settanta e Novanta e, dal 2007 al 2012, pure sindaco. Per oltre trent’anni, inoltre, è stato membro attivo e “voce ufficiale” dello Sci Club locale.

L’impegno, però, non era solo quello amministrativo e sportivo. Per più di mezzo secolo è stato l’organista della chiesa di Notre Dame du Carme e anche di recente, con le Messe sempre meno frequenti e i cantori ridotti di numero e non più accompagnati dalla musica, la voce di Pierino Jocollé risuonava ancora forte come un tempo.

L’amore per il canto era ampiamente condiviso con Lucia. Lui voce da basso, lei contralto. Insieme con la cantoria a Valsavarenche e pure in Cattedrale, avevano cantato per i Papi a Cogne e a Les Combes e vestito le divise di diversi gruppi. Pierino Jocollé aveva diretto la Corale di Introd e fatto parte del Coro Nouvelle Harmonie di Saint-Pierre e Châtel Argent di Villeneuve, ma dava il meglio di sé quando le canzoni arrivavano per caso, magari insieme a un gruppo di amici. Ogni motivo era buono per intonare un canto: tra i suoi preferiti “Ma verda vallaye” e “La desarpa”, che aveva imparato al Manzetti con Jean Domaine, e pure “Montagnes Valdôtaines”, con la quale gli amici di sempre lo hanno salutato l’ultima volta nel piccolo e bellissimo cimitero di Valsavarenche.

Pierino Jocollé lascia la moglie Lucia Dégioz, i figli Josette con Savio Brongo, Henri con Louise Jacquemod e Murielle con Abdel Saadi, che negli ultimi anni gli avevano regalato la gioia più grande, quella di diventare nonno di Antoine, Marisol e Samuel Brongo, Julie e Soleil Jocollé e Ismael, Noham e Sofia Jocollé Saadi.

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