Valsavarenche, addio a Marcel Bich Una lunga vita dedicata all’allevamento
Una vita al cospetto del Gran Paradiso, quella di Marcel Bich, che si è spenta solo venerdì scorso, 29 aprile. Ed è vasto il cordoglio che ha suscitato la notizia della sua scomparsa, non solo a Valsavarenche ma in tutto il Grand Paradis, tanto era conosciuto. Nato a Sarre il 31 marzo 1928, secondo di tre fratelli, conosce mucche e alpeggi sin dall'infanzia. Papà Lorenzo, originario di Sarre, è allevatore e operaio alla Cogne mentre la mamma, Anaïs Viérin, bada alla casa.
Finite le elementari, in estate viene mandato a lavorare in alpeggio, dapprima a Saint-Nicolas e poi per cinque anni nell'alpeggio Chavanne, nell'omonimo vallone sopra La Thuile, alle dipendenze di Marcel Comé. In inverno lavora invece nella cascina di Champrotard di Villeneuve, sempre dei Comé. Apprende tutte le mansioni dell'allevatore: mungere, accudire il bestiame e portarlo al pascolo, fare legna per alimentare il fuoco della caldaia dove si fa il formaggio, pulire le stalle. Osservando vecchi casari esperti impara anche lui l'arte di creare la Fontina, per metterla in pratica non appena conduce un alpeggio in prima persona. Mentre lavora per conto di Angiolino Branche, portando alcune bestie in alpeggio a La Rujaz e badando alle stalle in basso, nel villaggio di Créton, conosce Graziella Chabod, che sposa nel 1952, trasferendosi così a Valsavarenche.
Nello stesso anno nasce il figlio Giuseppino. Per un po' Marcel Bich condivide in estate un alpeggio a Sarre con il fratello maggiore Marino, poi continua per conto proprio affittando Pravieux in Valsavarenche, sul sentiero che porta al Rifugio Chabod, allora non ancora costruito, fino su a Montandayné.
Nel 1960 nasce Wilma, mancata quando aveva appena diciotto mesi, e nel 1967 arriva ancora Livio. Qualche anno dopo, Graziella si ammala di sclerosi multipla e muore nel 1977. Sin dal 1972 Marcel Bich si sposta nel grande alpeggio di Djouan, poco oltre la casa reale di caccia di Orvieille e poco prima dei laghi di Djouan, collegato da un sentiero a Créton.
Nel 1981 Marcel Bich si trasferisce nell'alpeggio del Loup e continua con le sue mucche, poi anche Livio trova lavoro - come cantoniere - e così il tempo per aiutare il papà è sempre più limitato e il numero dei capi dell'allevamento si riduce.
Lo speciale «divertimento» per Marcel Bich in tutti questi anni è stato rappresentato dalle mucche da combattimento, da sempre presenti nelle sue stalle accanto a quelle da latte. Mai un giorno di ferie e l'unica volta fuori casa è stato per andare in ospedale a farsi operare un piede, a Saint-Etienne, vicino a Lione.
Sono proprio i combat ad appassionare maggiormente i figli Giuseppino e Livio che continuano a seguire il padre nella selezione delle reines. A dare una mano nelle stalle sono proprio Giuseppino, ormai in pensione, con la moglie Evelina Blanc e le figlie Erika, Ileana e Corinne, e l’altro figlio Livio con la moglie Irene Musso. Tra le nuove leve è soprattutto Ileana a condividere la passione per i combat suscitando l'ammirazione nel nonno, che d'estate, muovendosi con la carrozzina, continuava a controllare di persona le mucche al pascolo a Créton, così come faceva fin dagli anni Ottanta, accompagnando la mandria in sella ad una Vespa, un Px blu scuro, tra i pascoli di Rovenaud. Il palmares di Marcel Bich va indietro negli anni fino a Castagna che arriva per cinque volte alla regionale dal 1971 al 1975, dopo aver vinto a Valgrisenche, Aymavilles, La Salle e Sarre. Ricordi che in tanti vorranno condividere per l’ultimo saluto a Marcel Bich, a Dégioz domani domenica 1° maggio, alle 11.