Vallone di San Grato, uno scrigno della storia Presentato il nuovo progetto di valorizzazione

Vallone di San Grato, uno scrigno della storia Presentato il nuovo progetto di valorizzazione
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Lunedì scorso, 7 agosto, nell’ambito della rassegna Archoété promossa dall’Assessorato regionale dei Beni e delle Attività culturali, si è tenuta una passeggiata storico-archeologica nel vallone di San Grato, a Issime. Lo scopo era fare il punto sulla valorizzazione dell’area, in particolare sul recente finanziamento e sul prossimo avvio dei lavori del progetto Dahu - Interreg Alcotra Francia - Italia 2021-2027. Erano presenti la soprintendente ai Beni e alle Attività culturali Cristina Delapierre, il dirigente della Soprintendenza Sfefano Debernardi, l’archeologo funzionario della Soprintendenza Gabriele Sartorio, la professoressa dell’Università del Molise Elisabetta Brugiapaglia (che già nel 2014 ha eseguito alcuni campionamenti nelle torbiere del vallone), l'archeologo Mauro Cortelazzo e il direttivo dell'Associazione Augusta guidato dal presidente Michele Musso. Gabriele Sartorio ha parlato del progetto di studio multidisciplinare che vedrà coinvolto il vallone di San Grato nell'ambito di Dahu (acronimo per “Developpemente et Adaptation Humaine en montagne”), che porterà in un contesto di sviluppo turistico-culturale il tema delle conseguenze delle variazioni climatiche nel lungo periodo, contestualizzato sui paesaggi di alta quota del territorio tra Alta Savoia e Valle d'Aosta, e sulla loro occupazione antropica. I partner valdostani sono la Struttura regionale Analisi scientifiche, conservazione e progetti cofinanziati dell’Assessorato dei Beni culturali, l’associazione Forte di Bard e il Comune di Issime mentre quelli transalpini sono il Conseil Générale de la Haute Savoie e la Communauté des Communes Alpins de la Vallée de Chamonix.

«Il vallone di San Grato è stato scelto nell’ambito di questo progetto come luogo simbolo dell’adattamento in montagna da parte delle comunità walser perché presenta un grado di conservazione del paesaggio culturale reale maggiore rispetto ad altre zone della Valle d’Aosta» spiega l’archeologo Gabriele Sartorio. Il progetto Dahu si svilupperà su un arco temporale di 4 anni e avrà un campo d’azione molto d’ampio: dalla ricerca storica alle prospezioni sul territorio su scala sia archeologica che morfologico-paesaggistica; verranno individuati punti dove poter eseguire sondaggi di approfondimento che possano aiutare a valutare la presenza o meno di antropizzazione del territorio, si implementeranno le analisi delle torbiere già effettuate in passato, verranno effettuati studi di geomorfologia e toponomastici e una campagna di dendrocronologia di alcuni edifici e si concluderà la schedatura dell’architettura rurale. Una parte specifica - seguita, tra i partner italiani, dal Forte di Bard - prevede lo studio dei cambiamenti climatici attraverso le opere d’arte.

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