Valle d’Aosta Futura: «Stop alla guerriglia dialettica»
Citando le parole di Emile Chanoux “Voir clair, vouloir vivre”, che compaiono sulla facciata del Palazzo regionale, il Direttivo di Valle d’Aosta Futura, movimento fondato da Edoardo Artari, interviene sulle recenti dichiarazioni del presidente della Regione Erik Lavevaz e di componenti della sua Giunta che mettono sotto accusa i “No Vax” per l’impennata della curva pandemica. «Soprattutto chi ha ruoli istituzionali apicali, oltre ad essere responsabile delle deleghe che affida, - si legge in una nota di Valle d’Aosta Futura - ha l’onere e l’onore di rappresentare un’intera comunità e non può e non deve, per il rispetto che ogni cittadino legittimamente merita, scivolare e permettere che si vada verso queste miserie dialettiche». Perciò Valle d’Aosta Futura manifesta «L’impressione che questa esacerbata guerriglia dialettica rivolta alla galassia riduttivamente denominata “No Vax” si riveli in realtà una mera foglia di fico per celare una oggettiva grave difficoltà ad affrontare questa situazione dal punto di vista politico, sanitario, scolastico, dei trasporti e non ultimo sul piano economico e sociale». Da qui, una serie di domande al Governo regionale «In modo aperto con la dovuta onestà intellettuale». «I parametri nazionali che determinano in modo lineare le colorazioni delle singole regioni e di conseguenza le relative pesanti restrizioni sono molto stringenti soprattutto per quanto concerne l’occupazione degli ospedali. Abbiamo fatto abbastanza nelle sedi competenti del Governo centrale per far valere la nostra reale peculiarità regionale? E’ stato posto con forza il tema dell’esiguo numero dei posti letto disponibili del nostro unico vecchio ospedale? - chiede peratnto Valle d’Aosta Futura - Tra le 2 maggiori ondate emergenziali abbiamo sufficientemente investito energie e risorse per aumentare i posti letto disponibili o si poteva fare di più e meglio? Sono purtroppo molti anni che discutiamo sterilmente delle gravi carenze del nostro comparto sanitario, di una nuova struttura ospedaliera che risponda al meglio alle esigenze della nostra comunità, alla creazione di una Sanità territoriale più presente e vicina al paziente, all’implementazione della prevenzione, cosa è stato fatto nel concreto di tutto ciò? Perché le Cure Domiciliari Precoci dove l’impegno pro bono di centinaia di Medici e Operatori Sanitari ha ottenuto in questi lunghi mesi risultati molto significativi non sono state minimamente considerate almeno quale complemento ai protocolli sanitari ufficiali (protocolli peraltro sospesi dal Tar del Lazio pochi giorni fa)? Come vengono computati i numeri che mediaticamente ci vengono forniti e che riferiscono di una stragrande maggioranza di soggetti “non vaccinati” presenti sia nei reparti Covid ordinari che in Terapia Intensiva? Per amore di trasparenza chiediamo: quanti sono i soggetti “non vaccinati” e quanti quelli che hanno ricevuto una o due dosi di siero e che non hanno ancora compiuto il ciclo completo delle di tre dosi in considerazione del fatto che ci risulta che anche coloro che hanno ricevuto le prime due dosi sono annoverati come “non vaccinati”? E tutti i nostri Operatori Sanitari che in prima linea, con turni sfiancanti, per quasi due anni hanno sempre curato ogni paziente con professionalità, coscienza e dedizione senza alcuna distinzione di sorta, come si possono sentire oggi di fronte a farneticanti affermazioni relative a “trattamenti sanitari speciali” riservati ad alcuni pazienti? A livello socio-economico la nostra regione in questi ultimi due anni maledetti ha perso purtroppo circa 4 milioni di presenze per all’incirca 600 milioni di euro di mancati introiti, di valore perso. Verso il nostro tessuto socio economico, primariamente verso quello terziario, gli sforzi economici pubblici in termini di supporto non solo economico, di aiuti e sussidi alle attività, di cui molte di esse ormai agonizzanti, sono stati congrui ed adeguati oppure si poteva e doveva fare di più? Cosa si è fatto in concreto per arginare il preoccupante aumento della povertà assoluta? Si conosce ancora il senso del termine solidarietà?». Il Direttivo di Valle d’Aosta Futura conclude assicurando che «Il nostro non vuole essere un J’Accuse gratuito e indiscriminato, sappiamo che è molto più facile criticare che agire, vorremmo solo trovare uno spazio comune dove ragionare serenamente».