Vallée Santé: “Nel Recovery Fund valdostano un solo progetto per la salute”

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Secondo il comitato Vallée Santé il Recovery Plan valdostano - così come risulta dalla deliberazione di Giunta numero 1.144 del 9 novembre scorso (“Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ricognizione proposte regionali”), è «inammissibile».

«Possiamo dire che non ha imparato nulla dalle criticità di fronte alle quali ci ha posti la pandemia un Piano che dedica alla “Salute” una pagina e mezza delle 105 in cui è articolato? - scrive in una nota il comitato che si batte per la realizzazione di un nuovo ospedale - E in tema di salute cosa propone di fare? “Implementare, nell’ambito del Fascicolo Sanitario Elettronico, le funzionalità e l’erogazione delle prestazioni di Telemedicina”. Ma ci rendiamo conto che questa dovrebbe essere un’occasione unica per dare un futuro concreto alla sanità valdostana almeno per i prossimi 20 anni? Tutti riconoscono (e non solo a livello regionale) che il Covid ha evidenziato le difficoltà del servizio sanitario a livello territoriale; siamo tra le poche realtà italiane che hanno dovuto fare ricorso ad un ospedale da campo, stiamo perdendo medici ed infermieri e cosa propongono i nostri amministratori per rispondere alle nuove richieste di salute dei cittadini? Possiamo anche capire (non condividere) che il tema dell’Ospedale (nuovo o ristrutturato) sia un tema complicato e divisivo per una maggioranza che già esterna le sue criticità, ma non inserire nel Recovery locale neppure un riferimento alle esigenze di ammodernamento (almeno) del vecchio “Parini”, all’adeguamento del medesimo alle esigenze moderne di risparmio energetico e tecnologico o sismico così come altri interventi di adeguamento strutturale che garantiscano percorsi separati tra “sporco” e “pulito” per evitare commistioni rivelatesi molto critiche durante la pandemia ci lascia senza parole».

«Segnaliamo questa miopia ai cittadini valdostani perché questo è il momento utile (forse l’ultimo) per intervenire. Non avremo altre occasioni. - prosegue il comitato Vallée Santé - E questa mancanza di progettazione non deve passare sotto silenzio. Sono previsti 19 progetti nel campo della “Digitalizzazione e competitività del sistema produttivo” (reingegnerizzazione dei processi del demanio idrico, riorganizzazione delle banche dati regionali, innovazione del sito istituzionale, virtualizzazione delle postazioni di lavoro, solo per indicarne alcuni). Nel campo della “rivoluzione verde” i progetti sono 12: si va dai contributi per la ripartenza turistica alla realizzazione di invasi a scopo irriguo; dallo sviluppo dei sottoprodotti degli scarti di lavorazione al completamento della ciclovia Baltea, ed altri. Per le “Infrastrutture e mobilità” i progetti sono 6: messa in sicurezza di ponti e viadotti, monitoraggio delle pavimentazioni stradali, ripristino della Ferrovia Aosta-Pré-Saint-Didier e altri. Per “Istruzione, formazione e ricerca” i progetti presentati sono 8 tra i quali una piattaforma per l’apprendimento delle lingue della cittadinanza mondiale, l’adeguamento sismico e l’efficientamento energetico degli edifici scolastici, eccetera. Nella quinta missione “Equità sociale e di genere” sono previsti 5 progetti che vanno dagli Smart Villages ai Coffee &Office al Bon Emploi per finire con l’unico progetto del settore “Salute” di cui abbiamo parlato sopra. A noi pare che ci sia qualcosa che non quadra in queste scelte. Lasciare, ancora una volta, il fanalino di coda alla salute è davvero inaccettabile».

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