Valanghe, sull’arco alpino nord occidentale è raddoppiato il numero di vittime
Alla vigilia della nuova stagione invernale Arpa Piemonte ha presentato - martedì scorso, 23 novembre - il bilancio della stagione 2020-2021 con la nuova edizione del Rendiconto nivometrico.
L'Agenzia ha organizzato il webinar con Fondazione Montagna sicura e Regione Valle d’Aosta per un'analisi comprendente l’arco alpino nord-occidentale, poiché i dati presentati assumono un maggiore rilievo se riguardano territori più estesi.
La parte conclusiva dell'incontro è stata dedicata al nuovo bollettino valanghe che sarà a regime a partire dalla stagione 2021-2022 per tutte le regioni afferenti ad Aineva. Sarà tradotto in 7 lingue differenti: italiano, tedesco, inglese, francese, spagnolo, catalano e aranese. Specificherà quali sono i problemi valanghivi principali presenti in ogni meteonivozona. Al problema potranno essere correlati determinati punti pericolosi, definiti da quota ed esposizione. Saranno descritte la struttura e la stabilità del manto nevoso. Sulla base delle previsioni meteo delle successive 48 ore, verrà valutata l’evoluzione approssimativa del pericolo di valanghe per il giorno successivo al periodo di validità. Sarà possibile iscriversi al blog del bollettino valanghe anche tramite telegram soprattutto al di fuori del periodo regolare di pubblicazione.
«Come confermano gli esperti, ogni inverno ha le sue peculiarità: un diverso innevamento o diverse caratteristiche del manto nevoso possono incidere pesantemente sia sull’attività valanghiva spontanea sia su quella provocata. L’analisi della causa-effetto è utile per migliorare l’importante servizio che rivestono il Bollettino Valanghe e il Bollettino di Allerta, ma è altrettanto utile per sensibilizzare i frequentatori degli ambienti innevati sui possibili scenari che potrebbero presentarsi nelle loro uscite» ha sostenuto il direttore generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto.
Dal punto di vista nivologico, la stagione invernale 2020-21 è stata caratterizzata da condizioni del manto nevoso diffusamente instabili (soprattutto nei mesi di dicembre, gennaio e buona parte del mese di febbraio), che hanno causato frequenti incidenti da valanga: 13 in Piemonte e 11 in Valle d’Aosta, con un totale di 44 persone coinvolte, di cui 8 decedute. Sull’arco alpino nord occidentale è raddoppiato il numero di morti rispetto alla stagione precedente. L’assenza di incidenti nei mesi di marzo e aprile potrebbe essere stata influenzata dalle limitazioni agli spostamenti a causa dell’emergenza pandemica.
Il primo incidente è stato a ottobre; 10 incidenti sono avvenuti a gennaio (42 per cento del totale), 5 a maggio (21 per cento) per le condizioni fredde e invernali. Si sono registrate situazioni simili sull’arco alpino svizzero e francese.
La neve ha una grande variabilità locale, ma su grande scala spesso le condizioni sono simili. E’ esploso il numero di scialpinisti e ciaspolatori (il 9,2 per cento in più nel 2020-21 rispetto al periodo 2019-20), che spesso hanno scelto itinerari impegnativi anche in tarda primavera. Tra le particolarità, molti esperti coinvolti in incidenti da valanga per nevicate inferiori alla media, ma con temperature più fredde, e per l’alternanza di piccole nevicate e lunghi periodi freddi e senza neve che ha creato strati deboli persistenti all’interno del manto nevoso. In Valle d’Aosta più di un terzo dei coinvolti erano stranieri, soprattutto francesi e svizzeri