Utilizzo del Lago di Lod di Chamois a uso idroelettrico Gli ambientalisti fanno ricorso al Tribunale delle Acque

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Trasformare il lago di Lod, nel Comune di Chamois, in una vasca di accumulo a servizio di un progetto di costruzione di 2 centrali idroelettriche. Il Comitato per la Salvaguardia del Lago di Lod e dell'Ambiente, costituitosi lo scorso febbraio, non ci sta e gioca la carta del ricorso. «Dopo una serie di incontri con il sindaco Mario Pucci e con il presidente della Regione Erik Lavevaz, che non sono serviti a modificare il progetto» si legge in una nota, il comitato, in collaborazione con Legambiente, ha presentato un ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma. L'obiettivo è chiedere l'annullamento degli atti regionali con cui è stata rilasciata, a un imprenditore dell'idroelettrico, la concessione che permetterebbe al lago di Chamois di essere «riempito e svuotato per i suoi due terzi ogni giorno, per poter turbinare nelle ore in cui la vendita dell'energia procura un maggior profitto».

«Siamo stati spinti a ricorrere al Tribunale superiore delle acque pubbliche per far riconoscere le leggi. - ha spiegato Rosetta Bertolin del direttivo di Legambiente durante la conferenza stampa di mercoledì scorso, 27 aprile - La Valutazione di impatto ambientale non è stata rispettata ed è stata fatta solo sul secondo impianto idroelettrico che si vorrebbe costruire. Ma in quel progetto non si parla per niente del lago. Anzi, si dice espressamente che il lago Lod non sarebbe stato interessato. È scritto nello studio di impatto ambientale. Si dice chiaramente che il lago non c’entra niente, fingendo di dimenticare che nel cassetto c’è un altro progetto per il suo sfruttamento».

«C’è l’autorizzazione a prelevare 22mila metri cubi di acqua al giorno dopo averli accumulati di notte su un volume del lago che si aggira attorno ai 30mila metri cubi. - ha detto Marco Forni del Comitato per la Salvaguardia del lago di Lod e dell’Ambiente - Togliendo ogni giorno quella quantità non resterebbe quasi nulla. Probabilmente ci saranno diversi metri di fondo del lago che verranno esposti all’aria e poi ricoperti nuovamente d’acqua».

«Questa presentazione contiene molte imprecisioni. - ha replicato l’ingegnere Andrea Gadin, presente in sala - Quella di andare verso il lago non è un’esigenza del proponente che vuole arricchirsi ai danni del territorio, ma una tutela per il lago stesso che ha una variazione stagionale di 1 metro, mentre il progetto la contiene a 60 centimetri. Quindi mi sembra migliorativa, e forse per quello non c’è un approfondimento all’interno della Valutazione di impatto ambientale. Nei disciplinari di concessione è prevista la sperimentazione proprio per vedere che l’impianto non abbia ripercussioni importanti sul territorio. Si troverà facilmente l’equilibrio. I vantaggi ci sono anche per il Consorzio di miglioramento fondiario. Spiace non ci sia stata la possibilità di confrontarsi seriamente in Regione e che si faccia un battage del genere sui giornali».

«Noi abbiamo fatto ricorso contro quello che c’è scritto nei documenti. - ha ribattuto Rosetta Bertolin - Su quello che si farà non abbiamo abbastanza fiducia».

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