Uomini inadatti al territorio
Sono usciti i numerini della classifica degli indici di vivibilità delle città italiane, che ne denotano la qualità della vita, dall’analisi de Il Sole 24 ore. Sono solo numeri, ma se analizzati attentamente, comparati al passato e alle altre città, danno una immagine precisa della Valle d’Aosta, il cui capoluogo non si piazza male nella classifica generale, a causa però di indici come ricchezza pro capite o metri quadrati di abitazione per abitante. Analizzando meglio i dati, appaiono dei risultati macroscopici, uno su tutti: l’ecosistema urbano.
Il rapporto ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia si è basato su 19 parametri che hanno fotografato le performance ambientali delle 105 città analizzate, all’interno di 5 macroaree: aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente.
Se non mi stupisce che la Valle d’Aosta abbia problemi sulla soddisfazione lavorativa dei giovani o sulla natalità e mi preoccupa che il livello di delinquenza sia molto salito, mi lascia letteralmente basita che Aosta non sia tra le 20 città virtuose d’Italia per rispetto dell’ambiente. Anzi non è neanche tra le prime 30, ma 44 esima; una città come Aosta, che non dovrebbe compiere quasi nessuno sforzo per superare ad esempio Milano (che invece si posiziona prima di Aosta nella classifica sull’ecosistema) come può scivolare così in fondo?
Se poi si scava nei dettagli dell’indagine, Aosta risulta addirittura 72esima per la presenza di alberi pro capite, 52esima per il solare pubblico, 36esima per superamento della media di ozono tollerabile, dopo città popolose come Roma o Napoli. Aosta non è green insomma, nonostante la dote naturale, è addirittura 94esima, quasi ultima, per trasporto pubblico e 44esima per ciclabilità, nonostante il mostriciattolo serpeggiante per le strade (per carità non ne progettiamo un altro). Neanche sulla raccolta differenziata e la dispersione idrica (che non è il consumo di acqua, ma il suo spreco) riusciamo ad eccellere. Per l’uso efficiente del suolo siamo dopo Bologna, Milano, Torino, Palermo, Cagliari, città che sicuramente più di noi devono compiere uno sforzo progettuale per eccellere in questa classifica. Ancora una volta, come l’anno scorso, in questi indici ci attestiamo più verso il fondo della classifica che verso la cima, accompagnati dalle città del sud che economicamente sono di sicuro più arretrate. Spicca una distanza, su Aosta, tra risorse economiche e naturali e risultati per la popolazione, a sottolineare ancora una volta, per esclusione, come siano le risorse politico amministrative a mancare.