Uno splendido Xavier Chevrier nono trascina l’Italia all’argento a squadre ai Mondiali di Innsbruck

Uno splendido Xavier Chevrier nono trascina l’Italia all’argento a squadre ai Mondiali di Innsbruck
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E’ un argento quello di sabato scorso che vale forse più dei 2 ori a squadre conquistati nel 2015 a Betws y Coed in Galles e lo scorso anno a Chang Mai in Thailandia per Xavier Chavrier e che si aggiunge, nella più medagliata edizione dei 37 Mondiali di corsa in montagna da San Vigilio in Marebbe 1985 ad oggi per i valdostani, ai bronzi a squadre e alle belle prestazioni individuali di Davide Cheraz, Giuditta Turini e Marina Cugnetto di venerdì e al buon risultato nella sua gara di Fabiola Conti, alpina milanese di casa in Valle, e della canavesana della Monterosa Chiara Giovando.

E’ stato quello di Innsbruck indiscutibilmente il più grande Campionato del Mondo della storia con una crescita enorme del livello tecnico, gli africani ad impressionare e dominare in lungo e in largo il vertical e il mountain classic e gli europei nello short trail e il long trail perché probabilmente keniani, ugandesi ed eritrei non sono ancora abituati ad alimentarsi correttamente in corsa per gare lunghe e massacranti come queste. Un Mondiale straordinario anche per pubblico (sia a Innsbruck città, come sulla neve lungo la funivia dello Stubai o ancora nei paesi del Tirolo) e per livello organizzativo e di proposta televisiva (con decine di ore di riprese dall’elicottero) degno di una Olimpiade e mai visto prima nelle rassegne iridate della WMRA.

Al suo decimo mondiale, seguito sulla strada tirolese dalla moglie Denise Tabord e per la prima volta dal figlio Loic, Xavier Chevrier da buon capitano è stato ancora una volta il grande protagonista della rimonta azzurra verso un argento bellissimo dietro al Kenia e davanti alla Spagna e all’Uganda, saltata in aria per il ritiro dopo un ritmo forsennato, esagerato, in testa di un suo atleta che ha abbandonato a metà gara e di un altro scivolato fuori dai primi 40 al traguardo. Nelle fasi iniziali era appunto impressionante il ritmo impresso alla testa della gara di 7 africani (3 ugandesi, 3 keniani e 1eritreo con maglia della Germania) tra 2 ali di folla su un percorso duro, con il trentino Cesare Maestri a cercare di lottare per essere il primo bianco al traguardo davanti a migliaia di italiani, mentre l’altro trentino Alberto Vender e Xavier Chevrier a un certo punto erano in 16esima e 17esima posizione. Poi nel secondo dei 2 giri di 7.500 metri gli atleti di testa allungavano oppure saltavano fuori dalla scena come birilli, in questo indimenticabile mezzogiorno di fuoco di sabato in salsa tirolese ed iniziava la grande rimonta che portava Cesare Maestri al settimo posto a 3’14”, Xavier Chevrier idolo della folla a risalire di 8 posizioni e finire nono a 3’29” ed Alberto Vender 14esimo a 4’18” a garantire all’Italia il bronzo sicuro e poi l’argento dopo aver constatato il flop ugandese a livello di squadra.

A vincere era, in rimonta, un ragazzo di 20 anni campione mondiale under 20 nel 2022 in Thailandia, l’ugandese Leonard Chemutai che con l’eleganza di una gazzella andava in 56’14” a superare di 8 secondi il keniano Ombogo Kiriago e di 13 l’eritreo naturalizzato tedesco Filemon Abraham, poi ancora Kenia, Uganda, Spagna e tra i 2 compagni dell’Atletica Valli Bergamasche, abbracciati in terra dopo l’arrivo di Chevrier, terzo bianco dopo l’iberico dal gran finale Alejandro Garcia e Maestri. Dopo un quinto posto a Premana 2017, un settimo, un ottavo e un decimo ora è arrivato il nono per l’atleta di Nus, in una gara dove keniani e ugandesi sembravano extraterrestri e si pensava di lottare per il terzo gradino del podio. “E’ stata un’ora d’inferno ma abbiamo dato spettacolo davanti a un pubblico meraviglioso. - ha sottolineato un emozionato Xavier Chevrier - Con tutta la squadra abbiamo dimostrato in questi 4 giorni come la corsa in montagna italiana sia viva, poi c’era la mia famiglia, 14 anni fa a Campodolcino nel mio secondo Mondiale juniores vincevo il titolo iridato e dopo 10 edizioni e 2 anni di stop per il Covid e avere fatto i conti con i miei acciacchi sono ancora sul podio, che bello!”

La spedizione azzurra è quindi rientrata domenica scorsa in Valle d’Aosta con 4 medaglie appese, l’argento per Chevrier, il bronzo per Cheraz, Turini e Cugnetto, consapevoli di essere stati grandi protagonisti del Mondiale più bello della storia.

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