Uno dei 16 pazienti trasferiti per errore nei reparti Covid dell’ospedale di Aosta è risultato positivo

Uno dei 16 pazienti trasferiti per errore nei reparti Covid dell’ospedale di Aosta è risultato positivo
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In relazione al caso dei 16 pazienti risultati erroneamente positivi domenica 27 dicembre e poi, in seguito a riprocesso dei tamponi, risultati negativi, l’Azienda Usl comunica che lunedì 4 gennaio 15 pazienti sono risultati negativi al test e, pertanto, secondo la propria situazione clinica, alcuni sono stati dimessi dall’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta ed altri sono mantenuti in regime di ricovero per patologie pregresse, non-covid.

«Una sola paziente risulta, al momento, positiva al virus: - precisa l’Usl in una nota - si tratta di una positività già rilevata mercoledì 30 dicembre, quindi l’incubazione è antecedente al tampone eseguito nella giornata di domenica 27 dicembre. Peraltro, la paziente non era stata trasferita nel reparto Covid (come alcuni altri pazienti del “gruppo” dei 16 falsi positvi). La paziente, attualmente, presenta una situazione clinica complessa ed è ricoverata in reparto Covid. Alla luce di tali dati si sottolinea il fatto che l’intervento immediato degli operatori del laboratorio analisi, che si sono resi conto tempestivamente degli esiti errati dei referti, ha permesso di individuare rapidamente i pazienti trasferiti nei reparti Covid e di riportarli nei reparti di origine, evitando così il rischio, peraltro contenuto grazie ad apposite misure di sicurezza, di un eventuale contagio».

Secondo l'azienda sanitaria l’incidente è stato provocato da «Un errore tecnico del software del laboratorio analisi, dovuto ad una di interruzione del segnale di rete», a causa del quale «Si è verificata un’alterazione dei parametri di analisi, facendo sì che il sistema rilevasse anche basse fluorescenze inducendo il riscontro di false positività».

In dettaglio i 61 i casi interessati comprendono 45 pazienti che erano a casa e 16 che erano all’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta per altre patologie. Questi ultimi sono stati trasferiti d'urgenza nei reparti Covid, dove sono rimasti fino al giorno successivo. Dopo molte ore i responsabili dell'Usl valdostana hanno scoperto l'errore e riportato nei reparti d'origine i 16 pazienti ricoverati e subito risultati negativi.

Per chiarire l’accaduto, la Procura ha aperto un fascicolo modello 45 - l’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Manlio D'Ambrosi -, quindi ad al momento senza indagati né ipotesi di reato, dopo la denuncia presentata «A tutela della collettività» dall'avvocato aostano Orlando Navarra sul caso dei 61 falsi positivi al Coronavirus tra i quali vi sono i 16 in ospedale.

Queste persone, scrive il legale, «Sono state esposte al rischio di contagio e quindi a subire il potenziale reato di epidemia colposa, la salute di una pluralità di persone è stata dunque messa a rischio». «I falsi positivi, inoltre, hanno sicuramente influito - aggiunge l’avvocato Orlando Navarra - sul numero dei contagiati e ricoverati» e l'accaduto sembra «Poter avere effetti sul calcolo dell'indice di riproduzione della malattia (Rt)». «Dall'errore o dal difetto di funzionamento - osserva l'avvocato Navarra - dipendono sia la salute che la libertà dei cittadini intesa quest'ultima sia come diritto ad esercitare le proprie attività economiche sia come diritto di godere delle libertà costituzionali senza impedimenti». Per questo, secondo il legale, «Quanto esposto potrebbe comportare il rischio per i valdostani, a causa dell'errore di funzionamento del sistema, di vedere restare più a lungo la Valle d'Aosta in zona rossa o zona arancione con l'ulteriore conseguenza di irreparabili danni all'industria ed al commercio». L'avvocato Navarra ritiene «Doveroso accertare se effettivamente si sia trattato di una mancanza di corrente, se nel passato non siano avvenuti fatti analoghi con la stessa tipologia di macchinari e, infine, se sia stata aperta un'inchiesta interna per accertare eventuali responsabilità ed evitare che analoghi disguidi si verifichino in futuro». Dichiarando di opporsi all'eventuale definizione del procedimento con «Decreto penale di condanna» o «Patteggiamento senza risarcimento», il legale intende «Agire per il ristoro dei danni tutti, morali, non patrimoniali e materiali, ad esso derivati mediante la costituzione di parte civile in dibattimento».

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