«Unioni Montane Mombarone e Dora Baltea più forti se operassero congiuntamente»
Nell’incontro promosso martedì 17 settembre a Settimo Vittone da Uncem Piemonte, per confrontarsi sulle sfide della montagna nel territorio eporediese, si sono posti i fondamenti per il dialogo e lo scambio di proposte, idee e necessità perorate dalle Unioni Montane Mombarone e Dora Baltea. Hanno partecipato all’iniziativa il presidente Nazionale Uncem Marco Bussone, i sindaci e gli amministratori dell'Eporediese e del Canavese, oltre a numerosi cittadini e rappresentanti del terzo settore.
«E’ necessario muoversi oltre il campanile», ha evidenziato Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte. «Quindi occorre sia un territorio intero a muoversi per riorganizzare scuole, trasporti, sanità, per essere propulsivo su sviluppo sociale ed economico, partendo da agricoltura e turismo, forestazione e protezione dei versanti». Un accorato appello mirato a superare divisioni, superare le frammentazioni, operare in comunità di intenti dimenticando le separazioni del passato, con il coinvolgimento attivo delle nuove generazioni.
«Abbiamo molte risorse», ha continuato Roberto Colombero, «a partire da quelle dei 'Comuni di confine' e altre arrivate frammentate da Regione e PNRR, che vanno ricomposte nella piena unità territoriale. Anche superando sperequazioni, riequilibrando grazie all’apporto di Ivrea Capitale delle Alpi».
La previsione è che le due Unioni Montane Mombarone e Dora Baltea potrebbero essere più forti solo se operassero congiuntamente, assieme a Ivrea, ai Comuni del fondovalle eporediese e alle altre Unioni Montane del Canavese, forse non grandi ma certo in numero elevato per fare fronte comune, superando le divisioni che i PNNR e i fondi comunitari hanno esasperato. Un concetto condiviso dal presidente nazionale Uncem, Marco Bussone, che ha sottolineato l’importanza e l’imprescindibilità per le montagne eporediesi di essere più unite e promuovere una maggiore sinergia con Ivrea. Un particolare appello è stato rivolto agli addetti comunali, al personale e ai segretari, affinchè possano essere propulsivi dello sviluppo delle comunità scordando ogni antica posizione campanilistica. Pur nella condivisione di tale proposito, proprio gli amministratori comunali presenti hanno rimarcato la criticità della carenza del personale in forza ai piccoli Comuni, un effettivo ostacolo per la concretizzazione di quanto auspicato. Tuttavia la strada dell’unione delle forze è una carta vincente, come ribattuto da Colombero.
«Abbiamo gettato le basi per un lavoro di vera e duratura coesione tra territori. Sono certo che le due Unioni Montane, con i Comuni che sono più vicini a Ivrea e con lo stesso Capoluogo del Canavese, potranno lavorare di più e meglio, insieme. Più uniti, cambiando paradigma, per interpretare le sfide delle crisi climatica e demografica, che ci chiedono, come Enti locali, di cambiare passo».