Unione Popolare VdA: “Solo l’iniziativa pubblica è in grado di salvaguardare la salute collettiva”

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Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Unione Popolare VdA:

«La recente protesta dei medici di base che per un quarto d’ora hanno spento le luci dei loro studi e svolto le visite a lume di candela è l’ultima denuncia di una situazione di crisi che sta portando a grandi passi la sanità pubblica al collasso. Una crisi determinata dai tagli alle risorse sanitarie operati in nome di una filosofia per la quale il rigore finanziario prevale sulla tutela della salute. Conseguenza dei tagli, una carenza cronica del personale, vero, unico ed insostituibile capitale della sanità. Una carenza che tanti toccano con mano, nella nostra regione per la difficoltà/impossibilità di reperire il medico di base, primo presidio di una sanità pubblica che funzioni. Una carenza che si cerca di affrontare col frequente ricorso a figure sanitarie precarie fornite da agenzie interinali. Una pratica circa la quale l’unico commento possibile è “pejo el tàcon del buso”. Una filosofia di de-capitalizzazione della sanità pubblica, con l’immediato riflesso della crescita di quella privata, che non tiene in nessun conto la lezione della catastrofe della pandemia. Una catastrofe che ha dimostrato al di là di ogni dubbio che solo l’iniziativa pubblica è in grado di salvaguardare la salute collettiva. Invece si cerca di introdurre ulteriori divisioni nel personale medico con l’introduzione di una flat tax che favorisce il personale che opera in regime autonomo a scapito di quello che opera come lavoratore dipendente. Si rendono così poco appetibili specialità sanitarie tanto impegnative quanto indispensabili alla sanità pubblica come ad esempio il pronto soccorso. Il sostegno alla sanità privata, implicito nelle scelte del governo, crea il serissimo rischio che troppe persone, anche nella nostra regione, si trovino di fronte all’inaccettabile alternativa tra curarsi o arrivare alla fine del mese. L’attuale governo prosegue pervicacemente sulla strada dei governi precedenti, riducendo sostanzialmente la spesa sanitaria. Per il biennio 2023-2025 è prevista una riduzione dal 6,6 al 6,2% del Pil. Una riduzione che sarà aggravata dal processo inflazionistico in corso. Se da un lato il governo osserva diligentemente le norme dell’austerità dettate da Bruxelles, dall’altro non dimentica di adeguare la spesa militare alle richieste della’ Alleanza Atlantica, né di salvaguardare chi in questi anni ha visto la propria ricchezza aumentare, spesso in modo spropositato, mettendo i loro patrimoni al riparo da qualsiasi ipotesi di tassazione patrimoniale. Tanto per trovare i soldi, ci sono sempre i pensionati. Un bene quindi che i medici si siano mossi, che abbiano fatto sentire la loro voce, così come l’hanno fatta sentire i lavoratori nell’ultima settimana, con una serie di scioperi che hanno coinvolto l’intero paese. Una iniziativa che abbiamo salutato con soddisfazione e sostenuto con decisione ed impegno. Crediamo che questa sia l’unica strada - la strada delle lotte - per cambiare uno stato di cose presente sempre più inaccettabile».

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