Union Valdôtaine, domenica la réunion Sfida tra Joël Farcoz e Daniele De Giorgis

Union Valdôtaine, domenica la réunion Sfida tra Joël Farcoz e Daniele De Giorgis
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E' tutto pronto per il congresso finale per la ricomposizione dell'area autonomista, la cosiddetta réunion. L'appuntamento è per domani, domenica 16 giugno nella Sala Grand Paradis del Grand Hôtel Billia a Saint-Vincent. I lavori inizieranno alle 9. Nella nuova Union Valdôtaine confluiranno le forze politiche oggi alleate in maggioranza in Regione: l’Uv stessa e la galassia dell’Alliance Valdôtaine, Vallée d’Aoste Unie e il Mouv’.

All'ingresso del congresso straordinario ai firmatari della carta di adesione al progetto verrà distribuito il modulo di iscrizione al movimento. Dopo i saluti di benvenuto sono previsti la votazione sul regolamento del congresso, la nomina dell'ufficio di presidente e dell'ufficio elettorale, gli interventi di Cristina Machet (presidente uscente dell'Union Valdôtaine), Albert Chatrian (coordinatore Alliance Valdôtaine), Luciano Caveri (portavoce VdaUnie-Mouv’), Sylvie Hugonin (portavoce della commissione speciale che ha scritto le regole del congresso della réunion e responsabile della Jeunesse Valdôtaine), oltre a quello del presidente della Regione Renzo Testolin. Poi toccherà ai partecipanti e al dibattito. Alle 14 apertura dei seggi elettorali: «Considerata la natura straordinaria del congresso, che offre la possibilità di votare a tutti gli iscritti e non solo ai delegati, il seggio elettorale - si legge in una nota - resterà aperto per tutto il pomeriggio per consentire a chi non partecipa ai lavori del congresso di votare, senza creare code» si legge in una nota. Gli ultimi a prendere la parola saranno i candidati alla presidenza dell'Union Valdôtaine, Daniele De Giorgis e Joël Farcoz. Dopo le 18 la conclusione dei lavori e la proclamazione del nuovo presidente. Al vice indicato dal presidente, se ne affiancherà un altro individuato dal congrès.

Il “dopo Machet”

Due candidati quindi per il «dopo Cristina Machet».

Joël Farcoz ha 36 anni, è ingegnere, neo papà; è capogruppo di minoranza a Gignod (dove è sindaco Gabriella Farcoz), un passato al vertice della Jeunesse Valdôtaine, è stato in Consiglio Valle per il Leone rampante prima come assessore all’Istruzione e alla Cultura, poi come Presidente del Consiglio. Il suo candidato vice presidente è Patrizia Morelli di Alliance Valdôtaine, bibliotecaria in pensione di Arvier, consigliera regionale per 3 legislature, mentre il sindaco di Challand-St-Victor Michel Savin è candidato tesoriere.

Daniele De Giorgis ha 49 anni, dal 2010 è sindaco di Lillianes. E’ insegnante di Arte e Immagine alle scuole medie di Pont-St-Martin, è stato presidente della Fondazione Maria Ida Viglino per la cultura musicale, è artista e scultore. Ha fatto parte della commissione speciale che ha scritto le regole del congresso della réunion del 16 giugno. Daniele De Giorgis è affiancato da Pierre Bonel, ex sindaco di Arnad, aspirante vice presidente, e Thierry Rosset, aostano di Porossan, candidato tesoriere.

Prima di tutto la réunion

La candidatura di Joël Farcoz è stata la prima a circolare, tanto che in molti pensavano fosse semplicemente il nome «buttato lì» per bruciarlo, e per lavorare dietro le quinte a un’altra proposta. Invece Farcoz il giorno del deposito delle mozioni ha risposto presente, facendosi affiancare come vice da Patrizia Morelli, pezzo da novanta di Alliance Valdôtaine VdaUnie «come previsto dalle regole transitorie di questo congresso straordinario» sottolinea Joël Farcoz. «Per me quella di domenica non è una sfida a due. - confessa - Ritengo più importante la ricomposizione del fronte autonomista unionista, la réunion, piuttosto che chi farà il presidente».

Joël Farcoz sintetizza in tre punti il suo documento programmatico. «Innanzitutto l’identità: tornare a fare dell’Union Valdotaine un punto di riferimento culturale e politico. Poi la partecipazione: valorizzare le sezioni, il territorio, ridare importanza alla vita sociale unionista. Infine, terzo punto, il confronto e il rispetto dei ruoli, degli organi».

Non nasconde che «a me avrebbe fatto più piacere una candidatura unitaria, un nome solo per la presidenza dell’Union Valdôtaine. D’altronde quello di domenica è il congresso della réunion, quindi sarebbe stato meglio arrivarci con una proposta di sintesi».

Il risultato delle elezioni europee dello scorso fine settimana con i grandi numeri - come nel resto d’Italia - di Giorgia Meloni e del suo partito: Joël Farcoz non si sottrae a un commento: «Mancando l’Union Valdôtaine, nella competizione elettorale si lascia spazio a fenomeni come questo». E l’Uv doveva esserci? Doveva partecipare alla competizione elettorale? «Adesso ormai ha poco senso porsi questi interrogativi. Dico solo che il percorso doveva essere diverso. Non a caso nel nostro programma è indicata la necessità di costituire una commissione ad hoc per lavorare ai rapporti con gli altri movimenti autonomisti italiani e europei».

Un unionista del passato che Joël Farcoz vorrebbe al suo fianco: «Non qualcuno in particolare, superiamo una volta per tutte l’era delle personalizzazioni che ha fatto tanti danni. Sono convinto che è la squadra a fare la differenza, così come la faceva quando ero nella Jeunesse Valdôtaine. Sarà la capacità della squadra a consentirci di portare avanti il programma» conclude Joël Farcoz.

“Nessuna spaccatura”

«Siamo chiamati a guidare il movimento solo per un anno e mezzo, ma c’è anche una visione del futuro, di come vorremmo vedere l’Uv» afferma Daniele De Giorgis, che indica 4 azioni specifiche. «Innanzitutto fare in modo che tutti coloro che partecipano alla vita dell’Union possono essere portatori di opinioni, di proposte. Poi lavorare a a un riequilibrio tra gli organi che dovrebbero prendere decisioni politiche raccogliendo le suggestioni della base, e gli organi che dovranno metterle in pratica. E’ necessario portare ai vertici le istanze di tutti, la forza dell’Uv è sempre stata la gente. Terzo: agevolare il più possibile la pluralità, termine già superato visto che lavoriamo alla réunification. Però ci sono ancora attriti e ruggini: bisogna favorire il confronto. Infine, nel prossimo futuro, lavorare a una selezione e scelta dei candidati alle elezioni regionali del 2025 per portare avanti una squadra che possa rappresentare al meglio gli iscritti e i simpatizzanti».

Perchè non si è arrivati a una candidatura unitaria? «Percorsi diversi, e la volontà di dare voce a chi negli ultimi anni l’ha persa. Finalmente possiamo scegliere un metodo piuttosto che un altro. Non è che non si è trovato accordo sui nomi: semplicemente rispettiamo il diritto fondamentale di offrire la possibilità di confrontarsi, in modo sereno. Non si parli però di spaccatura o frattura. Stiamo lavorando entrambi per l’Union, ma con 2 metodi differenti, che il popolo unionista legittimerà con il 50 per cento più uno. Questa pluralità è un gran segno di maturità del Mouvement».

Il risultato delle Europee, l’exploit di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. «Onore a chi ha vinto, il contesto è sempre quello democratico. Dispiace per l’astensione: segnali che dovrebbero farci ragionare a tutti i livelli. A Lillianes non hanno vinto» rivendica con una battuta Daniele De Giorgis. «Nel panorama mediatico i movimenti nazionali hanno spazio ovunque, si accende la tv e ci sono loro. Quello che ci aspettiamo dalla futura Union Valdôtaine è di diventare centrali nel dibattito non solo regionale. Che possa diventare laboratorio sociale e politico, modello a livello nazionale».

L’Uv doveva esserci alle Europee? «Sono state fatte delle riflessioni, condivisibili o meno. Quel che è importante per me è ricostruire un dibattito politico per non avere più dubbi in futuro». Un unionista del passato che vorrebbe avere al suo fianco in questo percorso: «Mio nonno Franco De Giorgis. Ha vissuto la guerra e tutte le sue conseguenze, i piccoli e grandi problemi che hanno poi caratterizzato il quotidiano di tutti. Mi piacerebbe avere lui accanto per “respirare” la radice dell’Uv, per poterla toccare con mano. Loro hanno fatto grande l’Union, noi dobbiamo riscoprire quella radice».

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