«Unica gestione per i consorzi che insistono su uno stesso Comune»
Lascia il direttivo del consorzio di miglioramento fondiario Ru de Ponton di Introd. L’annuncio è arrivato nell’assemblea convocata nella mattinata di domenica scorsa, 26 novembre. Il vertice del consorzio - composto dal presidente Osvaldo Vallet, il vice Enzo Perruchod e da Roberto Luboz, Didier Voyat, Daniel Pariset, Manuel Vittaz e Paolo Martin - si incaricherà ancora dell’approvazione (all’inizio dell’anno prossimo) del rendiconto 2023 e del bilancio di previsione 2024. Dopodichè, avanti un altro.
«Per permettere una più agevole sostituzione o integrazione dei membri che non rinnoveranno la loro disponibilità e soprattutto poter disporre di un tempo più congruo al fine di valutare le varie e auspicate candidature, - spiega Roberto Luboz (foto) - il direttivo, dopo aver terminato le operazioni di svuotamento dell’impianto di irrigazione, ha comunicato domenica 26 novembre la volontà di rassegnare le dimissioni al momento dell’approvazione del bilancio, presumibilmente a febbraio». Entro il mese di marzo dovrà essere eletto un nuovo Consiglio che si occuperà della gestione del territorio e dell’impianto per i prossimi 5 anni.
L’attività si concretizza in particolare nella pulizia delle vasche dissabbiatrici poste nelle immediate vicinanze alle opere di presa, nella verifica periodica del buon funzionamento degli sfiati lungo la condotta principale, nella regolare manutenzione settimanale del filtro a tamburo (sopra Charamoche) dove il canale irriguo termina il suo percorso più pianeggiante e nel monitoraggio continuo delle principali infrastrutture. «Compresa l’eventuale sostituzione degli irrigatori che dovrebbe però essere di stretta competenza di coloro che lavorano gli appezzamenti. Il consorzio ne provvede all’acquisto e alla messa a disposizione degli utenti».
«Negli anni e a più livelli istituzionali, purtroppo però senza grande ascolto o interesse degli organi preposti, per poter garantire la sopravvivenza di questo consorzio e di altri che presentano simili caratteristiche, sono state poste alcune riflessioni sulla loro possibile evoluzione. - riferisce ancora Roberto Luboz - La più interessante potrebbe essere quella di arrivare, un giorno, ad un’unica gestione, almeno per i consorzi che insistono su uno stesso Comune, che presentano contiguità territoriale e che potrebbero concentrare in un’unica infrastruttura le loro opere di presa. Magari addirittura in sinergia con Cva».
«Ad Introd attualmente sono 2 i consorzi che presentano tali caratteristiche. In particolare, il Consorzio Grand Ru di Introd, che oltre al Ru di Buillet con presa sulla Dora di Valsavarenche, esercita la propria principale derivazione sulla Dora di Rhêmes. Sulla sinistra orografica opera invece il Consorzio Ru de Ponton» che irriga un comprensorio di circa 120 ettari di superficie lorda e serve oltre 300 utenze e «che utilizza 2 opere di presa sulla stessa asta torrentizia, quella di Rhêmes: a Sarral e alcune centinaia di metri più a valle, in direzione della Cappella di Tâche».
«Tutta la zona in sinistra orografica della Dora di Rhêmes, dove sono collocate le opere di presa e si sviluppa parte dei canali irrigui, è nota per un diffuso, frequente e importante fenomeno di caduta massi all’origine della chiusura, dal 2011, di 2 strade consortili, fondamentali per la gestione delle opere irrigue. L’ipotesi di unire la gestione tecnica, amministrativa e operativa di questi consorzi potrebbe rappresentare, con un progetto di massima prospettato da anni a Comune, Regione e Cva e attraverso un ambizioso progetto di delocalizzazione delle prese irrigue, oltre alla realizzazione di un impianto di sfruttamento idroelettrico delle concessioni in esercizio, una soluzione definitiva al fenomeno di dissesto idrogeologico» conclude Roberto Luboz.