Una vita nel segno dell’avventura “tra zero e ottomila” L’alpinista Hervé Barmasse si è raccontato a Torgnon
Era gremita sabato scorso, 6 gennaio, la palestra di Torgnon per la serata conclusiva del ricco calendario di eventi di questo inizio 2018. Ad attirare i villeggianti del posto ma anche tanti appassionati di montagna provenienti da tutta la Valle d’Aosta, è stato il grande alpinista Hervé Barmasse che proponeva la sua nuova serata autobiografica dal titolo “La montagna, la mia vita, tra zero e ottomila”. Ottomila sì, perché al lungo palmarès di conquiste (che però lui stesso non ama definire così) si è aggiunto lo Shisha Pangma, in Tibet. Ma gli ottomila per Hervé non solo solo quelli veri, bensì rappresentano per lui tutti gli “alti”, alternati ai “bassi” (gli zero) che la vita ti presenta. Nel suo monologo di quasi due ore, Barmasse si è raccontato a trecentosessanta gradi, con aneddoti dell'infanzia, le prime soddisfazioni nello sci, gli infortuni, il colpo di fulmine per il Cervino, la riconoscenza verso suo padre (Marco Barmasse, a sua volta grande guida e alpinista), e ancora nuovi infortuni, imprese e cadute, trionfi ed emozioni. Diventato certamente un grande comunicatore, alternando filmati, immagini e racconti, Hervé Barmasse ha davvero catturato l'attenzione del pubblico che a fine serata ha fatto la coda per ottenere un selfie o un autografo sul libro “La montagna dentro”, ristampato in edizione economica, andato letteralmente a ruba. Ma il bel ragazzo di Valtournenche, apprezzato in televisione e al cinema, che ha appena compiuto quarant’anni e che nel 2017 è diventato papà, non ha mai perso il carattere sincero e umile del montanaro. E forse è proprio questo il segreto del suo successo.