Una vita dedicata all’allevamento Cogne, addio ad Augusto Abram
Si sono svolti martedì scorso, 12 dicembre, nella chiesa parrocchiale di Cogne i funerali di Augusto Abram, per tutti «Gusto de Lambin», mancato domenica 10. In tanti, a partire dai suoi amici del villaggio di Epinel hanno voluto rendere omaggio a lui e, con la loro presenza manifestare vicinanza alla moglie Santina Cuaz, rimasta così sola dopo la perdita dell'amatissima figlia, Antonella, avvenuta improvvisamente il 1° gennaio del 2022.
Augusto Abram, grande appassionato di reines, aveva fatto dell'allevamento la sua ragione di vita. Una attività che alternava con il lavoro di minatore, prima a Colonna e poi a Costa del Pino. In molti lo ricordano sorridente ed emozionato negli anni in cui portava le sue potenti regine nei prati di Sant'Orso, quando erano temute da molti, mentre per lui erano un motivo di gioia e pure di commozione che inevitabilmente coinvolgeva tutti gli appassionati che assistevano all’eliminatoria autunnale.
Proprio a Cogne, il 25 settembre del 2010, oltre ai premi canonici era stata consegnata una serie di riconoscimenti: a Luciano Cuc, Giuliano Bizel, Liliano Graton e appunto ad Augusto Abram un premio speciale dal Parco del Gran Paradiso. Le reines di Abram - Suisse, Allegra, Mourina giusto per ricordarne qualcuna - sono state spesso protagoniste alle batailles - non solo a Cogne - soprattutto per la loro stazza, guadagnandosi lo speciale riconoscimento di regine del peso.
Augusto Abram era nato a Cogne il 24 agosto del 1940, per sposare poi Santina Cuaz nel 1961, unione dalla quale nacque - il 30 gennaio del 1962 - la figlia Antonella. Sempre insieme, nella vita e nel lavoro, Augusto e Santina li si incrociava sovente a bordo del loro Ape verde tra un prato e l'altro di Cogne durante la stagione dei fieni, seguiti dal genero Sandro Jeantet, marito di Antonella dal 1983. Proprio Sandro che è rimasto rimane sempre e costantemente loro vicino anche e soprattutto dopo la scomparsa di Antonella.
Negli ultimi tempi Augusto Abram faceva sempre più fatica a camminare. La silicosi contratta durante gli anni del lavoro in miniera, ma soprattutto i dispiaceri - su tutti il grande ed inconsolabile dolore per la prematura scomparsa della figlia - avevano minato e non poco la sua forte fibra. Ora per “Gusto” tutti immaginano e soprattutto sperano in un abbraccio continuo, senza fine con la sua Antonella.