Una targa in ricordo del canonico Alfonso Commod nel 50esimo anniversario della sua scomparsa
Il nome del canonico Alfonso Commod risuona in molti modi ancora oggi, a 50 anni dalla sua morte, non ultimo il centro culturale a lui intitolato. Da ieri, venerdì 24 maggio, una targa benedetta dal vescovo Franco Lovignana ricorda che fra le sue opere c’è stata anche la fondazione della Casa Famiglia del Sacro Cuore, in via San Giocondo ad Aosta, nella casa in cui oggi è ospitata la Fondazione Maria Ida Viglino per la cultura musicale-Sfom. A ricordare la sua figura complessa, di sacerdote «alacre seminatore del Vangelo», è stata Emilia Agavit, 81 anni di Aosta, ma originaria di Villeneuve, che fu ospite della Casa Famiglia prima di diventare insegnante di italiano e latino.
La vita
Don Alfonso Commod, sacerdote ed esorcista, era conosciuto anche come «il Professore», dato che insegnava nel Seminario diocesano. La sua famiglia era originaria di Ayas, lui nacque il 19 gennaio 1902 a Carema e venne ordinato sacerdote il 15 agosto 1924. Nella sua lunga vita, fu professore, prefetto degli studi, direttore spirituale e vicedirettore del Seminario. Fu per parecchi anni assistente di Azione Cattolica: della Gioventù Femminile del 1930 al 1952 e delle Donne dal 1942 al 1947. Proprio sul ruolo dell’Azione Cattolica si trovò a discutere con Émile Chanoux, il quale riteneva che anche nella formazione religiosa si dovesse tenere in conto le variabili locali, a partire da quelle storiche, linguistiche, sociali e culturali, e quindi anche la lingua francese.
Fu sempre don Alfonso Commod a ricevere nel 1960 l’incarico di restaurare, e modernizzare, il Priorato di Saint-Pierre, di cui divenne superiore: grazie a lui, la struttura cominciò ad essere non solo una casa di riposo per sacerdoti anziani, ma anche un luogo di incontri con Dio. Secondo lui la preghiera contemplativa era una necessità essenziale per la Valle d’Aosta, che rischiava di cadere nella secolarizzazione e nell'ateismo, e perciò desiderava che fossero disponibili spazi e comunità dedicati a questo scopo. La sua opera fu continuata e completata dai fratelli canonici Camillo e Giulio Rosset e poi, fino all 2010, da don Luigi Maquignaz.
La Casa Famiglia
Legata strettamente al Canonico Alfonso Commod, la Casa Famiglia di via San Giocondo ad Aosta cessa le sue attività con la morte del suo fondatore, nel 1974, e continuerà ad essere timido centro di preghiera finché non verrà adattato ad accogliere prima l’Istituto musicale e poi la Fondazione Viglino. Prima di tutto, però, la «casa di via San Giocondo 8», come recita il titolo del libro di Emilia Agavit, è stata il luogo di accoglienza per le studentesse che arrivavano dai paesi e dalle vallate per frequentare le Scuole medie, l’Avviamento e le Scuole superiori, che nel 1950 esistevano solo ad Aosta. In 24 anni di attività, dal 1950 al 1974, si può stimare il passaggio di circa 400 studentesse, che grazie alla felice intuizione del canonico Alfonso Commod hanno potuto formarsi, ovviando al problema dei trasporti, che nel secondo dopoguerra erano scarsi e insufficienti o del tutto inesistenti nelle valli laterali. Secondo le informazioni raccolte dalla professoressa Emilia Agavit, il canonico ricevette nel 1939 da monsignor Francesco Imberti l'incarico di fondare l’Istituto. La direzione della casa fu affidata a Giuseppina Champvillair, «La Signorina», dal 1950 al 1967. Nei suoi appunti, la prima direttrice scrive che il canonico Alfonso Commod voleva che i famigliari delle giovani ospiti considerassero la Casa come un «ristoro».
«E infatti avevamo molte libertà - ricorda Emilia Agavit - inconcepibili per chi invece era ospitata nell'Istituto San Giuseppe. Potevamo uscire a passeggio con la mamma, andare a scuola senza essere accompagnate e, da più grandicelle, studiare dalle compagne di scuola». Con la morte del canonico Commod, nel 1974, l’ultima direttrice Bruna Jacquemod chiuse definitivamente le porte del Sacro Cuore.