Una scuola nuova di zecca e lezioni all’aria aperta A Jovençan l’educazione che guarda verso il futuro
Quest’anno la campanella per gli alunni di Jovençan è squillata in una scuola nuova di zecca, ultimata alla fine dello scorso mese di agosto, giusto in tempo per la ripresa delle lezioni che è avvenuta come per tutti gli scolari valdostani lunedì 13 settembre. Il nuovo edificio, che accoglie i bambini delle scuole materne ed elementari, è stato il frutto di un investimento considerevole - 3,6 milioni di euro - l’ultima opera finanziata con i fondi Fospi.
Attualmente sono una cinquantina i bambini che frequentano a Jovençan, 15 alla scuola dell’infanzia e 35 alla primaria dove sono presenti 3 pluriclassi coordinate da 5 insegnanti: Paola Nieroz, Katia Coquillard, Annalisa Savioz, Silvana Cuignon e Jessica Roveyaz Per i piccoli dell’infanzia sono a disposizione 2 insegnanti: Jenny Lessi e Valentina Collé. Gli alunni provengono per la maggior parte da Jovençan ma alcuni anche da Gressan, Pollein e Charvensod.
«La scuola è praticamente ultimata - spiega l’assessore comunale alla Cultura Michelle Bionaz - anche se restano da completare il giardino e l’area adibita a palestra. Nella nuova struttura è prevista anche la realizzazione di un orto e di un’aula “en plein air” al primo piano, allestita in una grande terrazza che verrà coperta da un pergolato naturale. Lì partiranno i nostri progetti in collaborazione con l’Università e in particolare uno, che riguarderà la coloritura dei tessuti con prodotti naturali, con la collaborazione della Maison des Anciens Rémèdes»
«Le attività scolastiche sono partire regolarmente - aggiunge il sindaco Riccardo Desaymonet - ma purtroppo siamo ancora in stand by per quanto riguarda l’inaugurazione ufficiale della struttura, con la contestuale intitolazione alla compianta maestra Josette Marguerettaz mancata nel 2019. Mancano ancora alcuni passaggi burocratici, ma siamo fiduciosi di poter concludere l’iter quanto prima».
«Siamo molto contenti di come è partito il nuovo anno scolastico, anche se la scuola è stata consegnata proprio all’ultimo momento e alcune parti fondamentali, come il giardino, devono essere ultimate. - dice la dirigente scolastica Stefania Nappo che è a capo dell’Istituzione scolastica Mont Emilius 3 - Si tratta di una scuola che sarà innovativa e inclusiva e che ci consentirà di portare avanti la sperimentazione dell’outdoor education, già avviata lo scorso anno, con lezioni che si svolgeranno sia all’interno che all’esterno. In questo possiamo dire di essere stati particolarmente supportati sia dalle insegnanti che dalle famiglie dei bambini che hanno creduto in questo progetto. Naturalmente gli alunni stessi sono entusiasti e molto motivati a frequentare e ad apprendere in questa scuola così particolare. Anche il Comune ci ha dato una grossa mano e ha dimostrato una grande sensibilità e disponibilità. La nostra concezione di scuola è quella di trasformare il paese stesso in una grande aula, dove i bambini in tutti i luoghi possano imparare, prendere coscienza del proprio territorio e riappropriarsi delle proprie origini, amando e rispettando gli ambienti che li hanno visti nascere. Un grazie va anche, per la grande collaborazione, oltre alla Maison des Anciens Rémèdes, che mette a disposizione i propri spazi, interni ed esterni, ad alcuni privati che concederanno i prati per le lezioni all’aperto».
«La scuola, nella quale i bambini trascorrono molto del loro tempo, è come la casa: bisogna iniziare a viverla e metterci un po’ di sé per sentirla propria. - commenta la maestra Paola Nieroz - E’ trascorso ancora troppo poco tempo perché gli alunni possano rendersi conto di come si trovano nel nuovo edificio. Sono però molto felici di avere a disposizione un grande terrazzo, adiacente ad ogni classe, per fare lezione fuori tutte le volte che sarà possibile e non vedono l’ora di vedere che sia allestito con quegli stessi tavoloni di legno sui quali lo scorso anno, posavano pennelli e quaderni e sassi da colorare e vasi da riempire o foglie da scrivere. Sono altrettanto felici di avere i banchi a isole e di lavorare insieme e di non avere un posto fisso, ma di poter cambiare postazione a seconda delle attività. Aspettano con ansia di tornare al noce, un albero vicino al Jardin che hanno adottato lo scorso anno, per le lezioni in mezzo alla natura».
La nuova scuola fornirà molte nuove opportunità didattiche ai piccoli allievi.
«Innanzitutto vogliamo valorizzare la possibilità di essere una scuola di paese. - aggiunge Paola Nieroz - Stiamo cercando di sviluppare una didattica più esperienziale, meno raccontata e più vissuta. Quest’anno, grazie alla collaborazione con la Maison des Anciens Rémèdes impareremo a riconoscere le piante tintoree e a usarle, e grazie alla convenzione del nostro Comune con il Groupe de Recherche à l’Environnement et à la Nature dell’Università della Valle d’Aosta, continueremo nel nostro percorso per imparare a osservare e a comprendere la natura che ci circonda, cercando di supportarla il più possibile e non distruggerla».