“Una nuova legge regionale per le consorterie” La neonata associazione presenta gli obiettivi

“Una nuova legge regionale per le consorterie” La neonata associazione presenta gli obiettivi
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Ha pochi giorni di vita il “Réseau des consorteries et des biens communs de la Vallée d’Aoste” ma sa già cosa vuole. Nata, infatti, martedì 15 dicembre scorso, la neonata associazione presieduta da Damien Charrance ha le idee chiare sul da farsi nell’intricato mondo dei domini collettivi, materia assai complicata per i non addetti ai lavori.

La nascita della nuova associazione rappresenta una tappa importante di quel percorso avviato nel 2018, quando in diverse località della regione l’Associazione Autonomie e Beni comuni della Valle d’Aosta - l’Abc VdA - organizzò una serie di incontri con i rappresentanti di alcune consorterie, che si erano riunite in un comitato spontaneo, per discutere le nuove disposizioni in materia di domini collettivi introdotte dalla legge numero 168 del 20 novembre 2017 e la necessità di rivedere e aggiornare la disciplina delle consorterie valdostane ancora normata dalla legge regionale numero 14 del 20 novembre 1973.

«La nostra associazione - spiega Damien Charrance a pochi giorni dalla costituzione dell’ente che presiede - intende perseguire tutti gli obiettivi della legge 168 del 2017 che di fatto è una legge che ha messo dei punti fissi nel mondo dei beni comuni. Sostanzialmente la legge spiega che i beni comuni sono di natura privata, quindi tutte le consorterie che erano riconosciute come enti pubblici dalla legge regionale numero 14 del 1973 adesso sono private e perseguiamo l’obiettivo di recepire la legge 168 per adattarla alla realtà valdostana attraverso una normativa regionale che riconosca i “réseaux des consortéries”, dunque la nostra associazione, come ente che accerta l’esistenza delle consorterie e che quindi le riconosce».

Nel “censimento agricoltura” del 1960 ne furono censite in Valle d’Aosta oltre 400, di cui circa 25 sono state quelle riconosciute dalla legge regionale del 1973. E la legge dice che le consorterie riconosciute sono “enti speciali di natura pubblicistica”.

«Una legge, la numero 14 del 1973, - prosegue Damien Charrange - che si è dimostrata alquanto inefficace. Difficile però dire oggi se sia dipeso di per sé dalla legge, oppure se sia stata inefficace la sua applicazione».

Da allora le consorterie sono rimaste quelle di allora, ma con lo spopolamento della montagna non sono più gestite, semmai sono state abbandonate a se stesse.

«Le consorterie sono un insieme di beni che è amministrato da tempo immemorabile dalle comunità locali identificate nelle frazioni e nei villaggi. - chiarisce Damien Charrance - Di fatto sono antichi diritti d’uso che le popolazioni locali avevano su boschi, acque, pascoli. Nei documenti medievali si parla addirittura di “pascua” e “fienagia”, cioè di pascolo e fieno. Riuscire a risalire a quando sono nate è una cosa ostica. Non si riesce a identificare l’inizio di questa gestione collettiva, perché si presuppone che sia sempre esistita fin dagli albori. In futuro qualcuno potrebbe mettere le mani su tutta la questione e dire “se qui non c’è un documento, nulla vale!”. Se non sono riconosciute, tutto è opinabile, nel senso che se una consorteria non ottiene il riconoscimento esiste nei fatti ma non nella forma. I beni comuni, in particolare delle consorterie, non sono usucapibili, sono indisponibili e inalienabili. Significa che i proprietari non possono disporre giuridicamente di quel bene. Serve una disciplina e qualcuno che si occupi dell’amministrazione; noi siamo un ente volontario di cooperazione tra consorterie. Siamo quindi un ente che potrebbe essere l’anello di congiunzione tra la politica, i Comuni e le comunità locali, oltre a poter anche gestire servizi di consulenza ed esprimere opinioni su cose che riteniamo molto delicate e importanti».

La perdita della memoria collettiva è un dato di fatto. Occorre per questo ricordare che quando fu emanata la legge regionale numero 14 del 1973, in Valle d’Aosta erano molte le famiglie con poche vacche, molto spesso non più di 3 o 4, che d’estate monticavano nelle diverse consorterie e che allora la questione era molto più sentita che oggi. La nascita dell’associazione “Réseau des consorteries et des biens communs de la Vallée d’Aoste” può, a ragione, essere considerata una “ripartenza”.

«Prima ancora di fare l’associazione, con il nostro Comitato spontaneo abbiamo contribuito alla stesura di una bozza di legge che è pubblicata sul sito dell’Associazione autonomie e beni comuni della Valle d’Aosta. - conclude Damien Charrange - Noi siamo oggi l’ente più operativo ma possiamo dire che siamo 2 facce della stessa medaglia. Il nostro impegno adesso è quello di organizzarci dal punto di vista pratico e per questo ci siamo presi qualche settimana di tempo. Con l’anno nuovo che inizierà per noi la vera sfida!».

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