Una misteriosa recinzione medievale riaffiora dagli scavi nel cuore della città
Non si tratta dei resti della presunta seconda Cattedrale di Aosta che qualcuno aveva strombazzato nei mesi scorsi, bensì di un importante quanto imponente muro di recinzione medievale eretto a protezione di qualcosa che non esiste più. Sta infatti volgendo al termine lo scavo archeologico che ha avuto il merito di portare alla luce per la prima volta un angolo della città - tra piazza Giovanni XXIII e via Croce di Città - fino a qualche mese fa dimenticato ed invece strategico, viste le scoperte che si sono susseguite settimana dopo settimana. All’inizio sono state le grandi gallerie del criptoportico romano e il notevole pilastro centrale, poi sul lato opposto la base del tempio occidentale dell’area sacra di Augusta Pretoria, con la sua bellissima pavimentazione esterna e la base del cancello che ne consentiva l’accesso al recinto, quindi nell’area centrale il muro che era ancora più alto prima delle demolizioni degli anni Sessanta, quando sull’area venne costruita la Casa Luchini, distruggendo gli immobili che si trovavano su via Croce di Città e creando il collegamento sotto i portici con la piazza dove sorge la Cattedrale. «Considerate le dimensioni del muro - spiega l’archeologo della Soprintendenza Gabriele Sartorio - si tratta di un manufatto che poteva essere costruito solamente da chi all’epoca aveva ampie disponibilità. Siamo dopo l’anno Mille ed è possibile che si trattasse di un’elevata e robusta cinta a protezione di un’altra costruzione oggi scomparsa. E’ chiaro che si tratta di ipotesi, però lo scavo ha pure evidenziato che prima della costruzione del muro in quel posto fossero posizionate delle capanne di legno, considerato che sono state individuate tre buche per i pali. Inoltre è emersa pure in ottimo stato di conservazione una canaletta romana in pietra per il deflusso delle acque, a dimostrazione della quantità e della qualità dei reperti in uno spazio comunque limitato.»
La curiosità è ora quella di capire quale potrebbe essere l’edificio che nell’Aosta medievale dopo il Mille avesse l’esigenza di essere protetto da un muro così grande, tanto da fare pensare ad una casaforte posizionata di fronte alla Cattedrale ma in grado di controllare, sul lato dell’attuale Croce di Città, il passaggio dell’antica strada del Gran San Bernardo. La risposta probabilmente è nascosta sotto i fabbricati che sorsero nell’età moderna, distruggendo e nascondendo le vestigia delle costruzioni precedenti.