Una mappa digitale dei luoghi della Resistenza in Valle d’Aosta
Tra la presa d'atto delle difficoltà del momento e l'ottimismo per la realizzazione dei nuovi progetti, mercoledì scorso, 28 aprile, si è svolta online l'assemblea dell'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea. «Abbiamo in progetto di realizzare una mappa digitale dei luoghi della Resistenza in Valle d'Aosta. - annuncia il presidente François Stévenin - Ci diamo come obiettivo il 2023, anno in cui cadrà l'ottantesimo anniversario della Liberazione. L'intento è di raccogliere documenti, testimonianze, tracce di memoria culturale: verranno resi fruibili in un data base e georeferenziati su un sito web, un portale creato appositamente». Si avviano anche nuove collaborazioni, per andare a completare le ricerche già esistenti. «Con la Fondazione Chanoux - aggiunge François Stévenin - abbiamo avviato i primi incontri per lavorare sulla storia dell'annessionismo. Da Roberto Nicco in poi, diversi storici se ne sono occupati, ma mancano ancora documenti per avere un quadro completo. È il momento di riprendere la ricerca, visto che riaprono gli archivi in Italia, in Francia e in Vaticano. Si tratterà di stabilire chi se ne occuperà, cioè i ricercatori, e si dovranno anche trovare i finanziamenti per tutta l'operazione».
La direttrice dell'Institut Vilma Villot ha ricordato le pubblicazioni, realizzate nonostante le limitazioni dovute alla pandemia: a maggio sono usciti per i tipi de Le Château la ricerca di Paolo Momigliano Levi su "Passaggi - Ebrei in Valle d'Aosta", promossa e patrocinata dall'Istituto, e per la Tipografia Valdostana - Musumeci editore il saggio di Leo Sandro Di Tommaso e Patrizio Vichi "Émile Chanoux non è stato suicidio Dal documentario al libro". Nell'autunno 2020 l'Institut ha anche affrontato un importante trasloco, che da via Kavier De Maistre ha portato archivi ed uffici nella nuova sede in via Piave. «Le attività con le scuole, a causa delle condizioni perdurante pandemia, - evidenzia la direttrice Vilma Villot - si sono svolte prevalentemente a distanza, e per questa funzionalità è stato aggiornato il sistema informatico dell'Institut. Solo ultimamente, alcune lezioni si sono potute svolgere anche in presenza. Le richieste pervenute per l'anno scolastico in corso riguardano 37 classi per un totale di circa 850 alunni, essenzialmente della Scuola secondaria. Si seguiranno dunque gli stessi temi e impostazioni per l’anno scolastico 2021-2022». Resta l'incognita sui finanziamenti necessari, rispetto alle attività previste. «Alcuni anni fa c'erano stati tagli sui finanziamenti regionali. - ricorda il presidente François Stévenin - Poi per alcune associazioni i contributi erano tornati ai livelli precedenti, ma non per l'Institut. Servirebbero per realizzare le pubblicazioni, organizzare convegni o incontri, oppure presentazioni. Ricordiamoci che siamo l'Istituto storico per la Resistenza, ma il nome completo aggiunge "e per la storia contemporanea". Vorremmo anche poter far conoscere le nostre risorse: abbiamo un archivio fotografico importante, ma senza finanziamenti adeguati non possiamo allestire esposizioni».