Un retroscena valdostano in due capolavori della pittura francese

Un retroscena valdostano in due capolavori della pittura francese
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La recente inaugurazione della nuova illuminazione della torre e dei resti del castello di Brissogne è stata anche l’occasione da parte dello studioso ed ex direttore dell’Archivio storico regionale Joseph Rivolin di presentare uno straordinario, quando praticamente sconosciuto, collegamento tra il paese valdostano e due delle principali opere d’arte del gotico francese.

L’inizio della storia è il 31 luglio 1377 quando Henri, l’ultimo signore di Quart, della potentissima famiglia che ha in feudo pure Brissogne, muore senza avere eredi maschi, ma solamente cinque femmine: Marguerite, Catherine, Anne, Jeanne e Barbe. Pertanto, in assenza di una discendenza maschile, tutti i beni della famiglia di Quart passarono al sovrano del tempo, cioè Amedeo VI di Savoia. La signoria di Brissogne fu quindi dominio diretto di Casa Savoia pure con i successori Amedeo VII e Amedeo VIII, fino a quando quest’ultimo il 24 marzo del 1405 infeudò Brissogne, insieme a Sarre e Rhins di Roisan, a Thibaut de Montagny, nobile della zona di Friburgo, che aveva sposato la primogenita di Henri di Quart, Marguerite. L’accordo tra il conte Amedeo VIII e Thibaut fu sancito da uno scambio, le tre signorie in Valle d’Aosta vennero permutate con quella di Montagny, attuale paese in Svizzera, un luogo strategico per il controllo della valle della Broye, con la presenza di un possente castello. Questo scambio però ha delle motivazioni tragiche: Thibaut de Montagny nell’ottobre del 1390 aveva trucidato un monaco e di conseguenza venne condannato a morte dalla corte di giustizia del Pays de Vaud che decise anche di esproprialo di tutti i suoi beni. Però la contessa di Savoia, Bonne de Bourbon, vedova di Amedeo VI e madre del defunto Amedeo VII il Conte Rosso, decise di graziarlo per i servizi resi fino a che appunto nel 1405 il nipote Amedeo VIII decise lo scambio delle signorie, in modo da risolvere una questione parecchio imbarazzante.

Thibaud de Montagny era un uomo potente, con relazioni molto importanti, imparentato con le principali dinastie dell’epoca e dei territori alpini, Savoia, Neuchâtel, Franche-Comté, Grandson, Gruyères, Vuippens, Cossonay e addirittura Asburgo. In conseguenza della decisione del conte Amedeo VIII i Montagny passarono quindi da nobili del Pays de Vaud a nobili del Pays d’Aoste, pertanto inseriti a pieno titolo nella società valdostana del tempo. Thibaud e Marguerite ebbero come figlio Antoine, ma Thibaud aveva pure un altro figlio naturale, Jean, più giovane del fratellastro, che abbracciò la carriera ecclesiastica e che dalla Valle d’Aosta si trasferì nel 1437 ad Avignone, come canonico della collegiata di Saint-Agricol. Fu lui, amante delle arti e uomo di notevoli disponibilità finanziarie, a commissionare al pittore Enguerrand Quarton due capolavori della pittura francese del XV secolo. Destinati alla Chartreuse di Notre-Dame-du-Val-de-Bénédiction - dove Jean de Montagny spesso si ritirava - a Villeneuve-lès-Avignon sulla riva opposta del Rodano di fronte ad Avignone, i due quadri sono intitolati “Couronnement de la Vierge” (conservato attualmente nel museo di Villeneuve-lès-Avignon) e “Pietà de Villeneuve-lès-Avignon” che invece è esposto al Louvre a Parigi.

In entrambi i capolavori il nostro Jean de Montagny (deceduto nel 1477) è raffigurato in qualità di donatore, a sinistra nel quadro del Louvre e a destra in quello di Villeneuve-lès-Avignon, a fianco al fratello Antoine riconoscibile pure dallo stemma dei Montagny. «I due quadri di Enguerrand Quarton - spiega Joseph Rivolin - venivano attribuiti come committenza a un inesistente Jean de Montagnac fratello di Antoine, signore di Bressonie e di Serre, che chiaramente erano invece Brissogne e Sarre. Antoine peraltro era il padre di Humbert, marito di Jeanne, la sorella di Georges de Challant che andò a studiare proprio ad Avignone, ospite verosimilmente del canonico Jean di Montagny, un’altra storia che meriterebbe di essere approfondita e che con tutta probabilità è alla base dell’amore per l’arte di Georges de Challant, al quale dobbiamo il priorato di Sant’Orso e la trasformazione del castello di Issogne nel gioiello architettonico che conosciamo.»

I due capolavori della pittura francese del XV secolo: “Couronnement de la Vierge”, conservato nel museo di Villeneuve-lès-Avignon, e, sotto, “Pietà de Villeneuve-lès-Avignon” che è esposto al Louvre a Parigi, con a sinistra Jean de Montagny di Brissogne

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