Un mistero lungo dieci anni tra i due delitti a St-Christophe

Un mistero lungo dieci anni tra i due delitti a St-Christophe
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I fili mai annodati di un mistero lungo dieci anni si intrecciano con un altro giallo. Due delitti, entrambi a Saint-Christophe e avvenuti a poche centinaia di metri di distanza in linea d’aria. Storie di sangue al momento ancora senza risposta. E, soprattutto, con moventi che sono ipotesi evanescenti come i killer ancora privi di un nome e di un volto. L’ultimo caso è quello del 72enne Giuseppe - per tutti Pino - Betemps. Un uomo schivo, riservato e, secondo chi lo conosceva, senza nemici. Il suo corpo è stato rinvenuto martedì 19 ottobre a Marseillan da un vicino, Riccardo Fonte, che prima aveva soccorso il fratello disabile, Franco, 68 anni, ora ricoverato all’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta. L'uomo era incosciente, infreddolito e denutrito, sdraiato davanti alla porta di casa. Solo dopo è stato scoperto il cadavere di Pino Betemps in cantina, morto almeno da 4 giorni. Aveva una corda al collo ma era arrotolata e non stretta a cappio. Sulla pelle, poi, non c’erano le tipiche “bruciature” provocate da un’impiccagione. E d’altro canto in quella cantina non ci sono travi a cui appendersi. L’autopsia disposta dalla Procura ha evidenziato altri particolari che avvalorano la tesi dell’omicidio rispetto a quella del suicidio. Ovvero ferite alla nuca, oltre alla frattura di un polso e del naso. La corda, attorno al collo, potrebbe essere stata utilizzata per “finire” il pensionato. Elementi che, anziché dipanare, aggrovigliano ulteriormente la matassa di un presunto delitto che fa tornare alla mente un altro giallo, quello del sessantenne Giuliano Gilardi. Il 27 dicembre del 2011, un martedì, il suo cadavere venne trovato nella casa nel borgo di Senin in cui abitava. Un caso rimasto senza colpevoli ma con tanti misteri. Qualcuno entrò all'alba di quel giorno nell'alloggio di Giuliano Gilardi, prima infierì su di lui con una serie di coltellate e poi lo colpì alla testa con un corpo contundente, come rilevò in seguito l'autopsia. Un uomo, o una donna, che però conosceva le abitudini della vittima, dato che la mattina presto la vittima era solita aprire la porta d'ingresso per lasciare uscire di casa il suo cane Yuma e ritornare a letto in attesa del rientro dell'animale. Un particolare noto a pochi e che favorì l’omicida. Il fatto che nessuno dei vicini abbia sentito abbaiare il cane fa appunto sospettare che l'assassino fosse una persona abituata ad entrare e a uscire da quella casa, quindi conosciuta dal cane. Due omicidi diversi, sia per come sono stati compiuti sia per le personalità delle vittime. Pino Betemps non frequentava praticamente nessuno e si prendeva cura del fratello disabile. Giuliano Gilardi era un uomo brillante che amava i viaggi in moto e la compagnia. Storie separate da 10 anni di distanza ma sorprendentemente vicine perché le scene dei 2 delitti distano poche centinaia di metri l’una dall’altra. Al lavoro, oggi come allora, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Aosta coadiuvati dai colleghi della Polizia Scientifica che sono a caccia di indizi. Tasselli di un puzzle che, se si riuscirà a ultimare, rivelerà il volto del killer di Pino Betemps.

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