Un libro e tre “cene d’autore” per i 50 anni dell’Hermitage di Cervinia
L’Hotel Hermitage Relais & Châteaux di Breuil-Cervinia nel 2025 spegnerà le sue prime 50 candeline. Era infatti il 1975 quando Attilio Neyroz e sua moglie Silvia “Cicci” Feroli fondarono un emblema a livello internazionale dell’hôtellerie di lusso, riunendo da ben 54 diversi proprietari il terreno su cui prese vita l’Hermitage. Da allora questa dimora di montagna ha ospitato molti illustri personaggi dello spettacolo e dello sport, della politica e della moda, incarnando nelle suites e nei servizi offerti i valori dell’autenticità e della raffinatezza, tipici della tradizione valdostana e radicati nel territorio. Una storia di ospitalità d’eccellenza raccontata per l’occasione in un libro celebrativo, scritto dal giornalista Guido Andruetto, intitolato “I miei primi cinquant’anni. Storie, aneddoti ed emozioni”, un omaggio a una struttura le cui vicende sono indissolubilmente intrecciate a quelle del Cervino.
La struttura ha aperto le porte per la stagione invernale ieri, venerdì 29 novembre, e per celebrare il suo mezzo secolo di storia ha in programma una serie di Cene d’Autore, 3 appuntamenti gastronomici di alto profilo a 6 mani. Nel Ristorante La Chandelle dell’Hotel Hermitage, accanto all’executive chef Giovanni Porretto, si alterneranno rinomati chef provenienti dai luoghi del lusso più raffinati d’Italia sabato 14 (con Andrea Campani e Martin Lazarov), venerdì 7 febbraio (con Davide Palluda e Matteo Baronetto), venerdì 21 marzo (con Elio Sironi e i fratelli Bruno e Stefano Mazzotti). I tre appuntamenti gourmet saranno aperti al pubblico, fino a esaurimento posti e previa prenotazione. Per informazioni contattare telefonicamente la struttura o via email.
«L’Hermitage non è solo un hotel, ma un luogo dell’anima, pensato per accogliere gli ospiti nel senso più profondo del termine. - spiega Corrado Neyroz, - Dare continuità alla tradizione di ospitalità della nostra famiglia significa rinnovare ogni giorno la visione che ci ispira: offrire un’esperienza unica, migliorandoci costantemente nei dettagli che fanno la differenza. I prossimi 50 anni non saranno privi di ostacoli. Una delle sfide più grandi è senza dubbio il cambiamento climatico, che minaccia progressivamente le nostre amate montagne. Tuttavia, siamo determinati a tracciare i contorni dell’ospitalità valdostana del domani, unendo tradizione e innovazione per preservare e valorizzare il territorio che amiamo».