Un libro di montagna come regalo di Natale Ecco alcune interessanti proposte del settore
A Natale, un libro di montagna è regalo gradito a molti e le proposte di libri da mettere sotto l’albero non mancano di certo: eccone alcune.
Per gli alpinisti, d’interessante lettura è il volume di Mick Conefrey «L’ultima grande montagna – La prima salita del Kangchenjunga», (Mulatero editore 2022, 300 pagine, 22 euro). Conefrey, già autore di un’apprezzata storia della conquista dell’Everest, ripercorre la storia dell’esplorazione e dei tentativi alla terza vetta della Terra (8.586 metri), l’Ottomila più a Est del Nepal, cominciando dal viaggio esplorativo di Douglas William Freshfield in compagnia di Vittorio Sella (le cui foto corredano in esclusiva l’edizione italiana) e di Ange Maquignaz, guida di Valtournenche, purtroppo non citato neppure nell’edizione italiana. Passando dai tentativi di Aleister Crowley e Jules Jacot-Guillarmod del 1905, di Paul Bauer, poco ricordato per le simpatie naziste e di Günter Oscar Dyrenfurth, tra il 1929 e il 1931, arriva alla spedizione britannica di Charles Evans che doveva essere solo esplorativa, ma che portò in vetta (2 metri sotto, per rispetto alle divinità della montagna) George Band e Joe Brown il 25 maggio 1955. 40 anni fa, il 2 maggio 1982, le guide valdostane Innocenzo Menabreaz e Oreste Squinobal effettuarono la prima ascensione italiana della montagna.
La prestigiosa collana «I Licheni» di Priuli & Verlucca si arricchisce del corposo volume di Alberto Re «Orizzonte Montagne – Una vita da guida alpina» (544 pagine, 25 euro). Alberto Re, formatosi alla scuola di alpinismo Gervasutti del Cai di Torino, compagno di cordata di Gian Piero Motti, Gian Carlo Grassi e Manlio Motto (cui sono dedicati rispettivamente 3 capitoli del volume) ripercorre la sua vita di alpinista e di guida alpina sulle montagne del mondo. Sempre con clienti ha affrontato spedizioni esplorative in tutto il mondo (ad eccezione dell’Antartide), soddisfacendo la sua sete di conoscenza e facendo dell’alpinismo a 360 gradi una professione a tempo pieno, sulle orme del maestro Toni Gobbi. Ha scalato nel massiccio del Monte Bianco e tra i tanti episodi narra di come nel 1971 abbia inseguito con 2 tentativi la prima invernale della Cresta di Tronchey, «portatagli via» dalla cordata di Lorenzino Cosson, Luigino Henry, René Salluard e Cosimo Zappelli. Nel 1985 è stato il 25esimo italiano a scalare un Ottomila, il Gasherbrum II e il primo a condurvi clienti in vetta e per ben 3 volte, nel 1989, nel 1993 e nel 1996 ha guidato cordate di clienti in vetta all’Alpamayo (5.947 metri) in Perù, percorrendo la via aperta da Casimiro Ferrari nel 1975. I capitoli si susseguono con ritmo incalzante, scorrono veloci, dipanandosi tra protagonisti dell’alpinismo del secolo scorso (Peter Boardman e Joe Tasker, John Porter e Alex McIntyre), i ritratti dei compagni di cordata, le centinaia di itinerari di scialpinismo in tutto il mondo e gli incontri con le popolazioni residenti. Grazie alle innate capacità comunicative, è entrato in contatto con i Beduini del Sahara, gli Arhuaco della Colombia (popolazione oggi non più contattabile per la chiusura del loro territorio agli stranieri), i Baltì del Karakorum: di tutti ci offre un’osservazione partecipata, da «antropologo suo malgrado». E la sua vita non è stata vacanza, è stata lavoro, a volte duro, a volte difficile, sempre entusiasmante. Alberto Re è stato il primo presidente del collegio nazionale delle guide alpine italiane dal 1997 al 2003.
Ugo Manera, compagno di cordata di Alberto Re in gioventù, esce con il nuovo libro «Dal Monviso al Changabang», (Fusta editore, 344 pagine, 19,50 euro). Si tratta di una raccolta di articoli pubblicati negli anni su riviste specializzate, organizzati in 7 capitoli tematici, in cui riappaiono le avventure e le atmosfere delle numerose ascensioni compiute sulle montagne di casa e in spedizione, in oltre 60 anni di attività. Tra gli altri, un ritratto di Renato Chabod, negli anni in cui fu presidente del Club Alpino Accademico. Ne emerge uno spaccato di verità totale, non solo di come fosse Ugo Manera, ma anche di come fosse l’alpinismo a quei tempi.
Non di solo alpinismo vive la montagna: Chiara Todesco nel suo ultimo libro «Calore di lana e profumo di resina – La montagna delle donne» (MonteRosa edizioni, 134 pagine, 17,50 euro) dà voce a 13 donne. Raccontano le loro scelte di vita, le passioni e i mestieri che le hanno portate o fatte restare in montagna e il legame speciale con essa.
Per gli escursionisti, Lorenzo Bersezio, camminatore e scialpinista di lungo corso, nonché prolifico scrittore di guide e saggi, propone «A piedi sotto il cielo – Storia dell’escursionismo dalle origini ai giorni nostri» (Utet 2022 - 483 pagine, 22 euro). Dalla scalata dell’Etna dell’imperatore Adriano per ammirare l’alba, impresa vista ai suoi tempi a dir poco come stravagante, ai grandi trek continentali in tutte le parti del mondo, dalle passeggiate domenicali al business dell’outdoor, Lorenzo Bersezio analizza 2mila anni di storia del camminare in montagna, alternando cronaca e aneddoti curiosi per arrivare al fenomeno di massa dei nostri giorni.
Altro escursionista di lungo corso e sempre senza bussola è Franco Michieli che propone «Per ritrovarti devi prima perderti – Guida tecnico filosofica all’orientamento naturale» (Ediciclo 2022, 240 pagine, 20 euro). L’autore, di casa in Valle nel buon ritiro in Valle di Rhêmes, ci offre le indicazioni di base per far rinascere in noi uno sguardo esplorativo grazie all’orientamento naturale. L’ambiente è interpretabile attraverso i sensi e le doti cognitive che possediamo per trovare la strada senza bisogno di protesi tecnologiche, neppure la bussola: bastano il sole, le stelle, i monti, i fiumi, le coste, i venti, la vegetazione, i suoni, anche nella foresta e al buio, se si impara a leggerli. E se ci si perde, quasi sempre basta attendere con partecipazione un’apertura per ritrovare la via e noi stessi.
Per i tipi di Editori Laterza e Cai, ancora un libro di storia, quello del rapporto dell’uomo con il clima delle Alpi. Alex Cittadella ne «Il Cielo delle Alpi – Da Ötzi a Reinhold Messner» (159 pagine, 18 euro) ripercorre e ricostruisce il rapporto che l’uomo ha instaurato con il clima delle Alpi nel corso dei secoli, da Ötzi ad Annibale, dalle migrazioni dei Walser a Leonardo da Vinci, da Horace Bénédict de Saussure a Napoleone, fino a Walter Bonatti e a Reinhold Messner.
Ancora rivolto al clima non passa inosservato il libricino di Marco Emanuele Tosi «Sciare in un mondo fragile» (MonteRosa edizioni, 157 pagine, 15,90 euro). Guida alpina e alpinista polivalente con un Ottomila all’attivo, Tosi racconta di 4 amici che decidono di raggiungere Davos in occasione del World Economic Forum partendo da Busto Arsizio, con il treno e gli sci. I 4 si interrogano se sia possibile frequentare la montagna in un modo più consapevole, che si emancipi dalla logica del turismo mordi e fuggi, della vetta a tutti i costi e dei selfie su Instagram. Non dà soluzioni, ma offre riflessioni e propone alternative senza paura, con la consapevolezza che la realtà dei cambiamenti climatici, per quanto terribile sia, vada affrontata.