«Un intellettuale generoso e pieno di entusiasmo»
Q Quando eravamo piccoli, Stuart Woolf ci faceva anche un po' ridere con il suo accento "da Stanlio e Ollio" e la sua solerzia nel voler conoscere tutto di Cogne. Tutti i toponimi in patois, i nomi degli oggetti e gli utensili d'uso ancora comune ormai estinti. Tutte le montagne, le piante, gli animali. E le famiglie. Stuart si mostrava entusiasta e pieno di generosità, ma i nostri genitori tendevano a giudicare con lieve sufficienza quell'entusiasmo. Chissà perché, poi. Ci sono voluti svariati anni prima che tutti si rendessero conto che Stuart era diventato un famoso storico conosciuto in tutto il mondo.
Docente di Storia all'Università di Venezia, a Cambridge, a Parigi. Autore di articoli, di saggi, animatore di convegni specialistici. Senza snobismo alcuno si occupò anche per diversi anni dell'Associazione dei Musei di Cogne dirigendone il comitato scientifico. Il suo contributo è stato fondamentale negli anni Novanta, tanto produttivi per la nostra piccola Associazione locale e per il validissimo Museo Minerario situato al Villaggio Anselmetti, poi smantellato. Vorrei anche ricordare, nella sua vasta bibliografia, l'Introduzione al volume dedicato a Franz Elter curato dell'Associazione dei Musei di Cogne che, al pari dell'autore Paolo Momigliano Levi, Stuart Woolf offrì a titolo gratuito. E c'è un episodio nella sua lunga e vastissima carriera, che non è noto, ma da lui particolarmente sentito. Cioè la sua veste di traduttore in inglese di Primo Levi. Ne scrisse in un bell’articolo del 2009 dove ripercorreva i primi anni in Italia, la sua scelta di venire a studiare a Torino nel 1956, città ancora “sabauda” esclusa dai circuiti turistici internazionali, dove Stuart conobbe sua moglie Anna Debenedetti e, tramite la sua famiglia, anche Primo Levi che stava scrivendo “La Tregua” e lo faceva leggere agli amici, man mano che procedeva. Stuart lesse “Se questo è un uomo” già pubblicato da un piccolo editore, De Silva, poiché Einaudi l'aveva rifiutato e si offrì di tradurlo in inglese, pur di contribuire alla sua divulgazione, consapevole della generale ignoranza inglese in materia di olocausto. Grazie a quella traduzione, Stuart Woolf e Primo Levi divennero molto amici, tanto che questi fece da testimone al matrimonio religioso di Stuart e Anna.
Aveva, nei confronti di sua moglie Anna e della sua famiglia, una vera devozione. Venerava sua figlia Deborah, che considerava una vera Principessa e della quale rispettava profondamente l’indipendenza e ogni sua scelta. Noi, ci si vedeva solo d'estate, ogni estate, quando Stuart e Anna venivano in vacanza nella loro casa di Montroz, dove eravamo invitati per il compleanno di Anna a mangiare la meringata che Stuart andava a comperare apposta ad Aosta, da Boch.
D'inverno vivevano vicino a Firenze, a Settignano in una bella casa interamente tappezzata di libri con un giardino, di cui Stuart si occupava personalmente. Andammo a trovarli e lui ci accompagnò a bere qualcosa nella vecchia Società Operaia poco distante e poi, già che c’era, in macchina attraverso cortine collinari infinite fino ad Anghiari, dove eravamo diretti.
Stuart e Anna venivano qualche volta a piedi a Valnontey. Deborah era piccola, mia nonna Teresita offriva loro il tè. Li ho visti ancora l'estate scorsa. Avevano fatto una passeggiatina verso il giardino botanico, prima di venire a cercare Deborah, che era venuta a trovarmi con suo figlio…