Un francobollo celebra Saverio Tutino partigiano e giornalista legato a Cogne
Il 7 luglio del 1923 a Milano nasceva Saverio Tutino, un uomo che ha legato la sua vita a Cogne, dove è cresciuta ed abita la figlia Barbara. Per ricordarlo e soprattutto per ricordare la sua rilevanza nel panorama culturale italiano il Ministero delle Imprese emetterà un francobollo commemorativo, appartenente alla serie tematica il “Senso civico”, stampato dal Poligrafico dello Stato e distribuito da Poste Italiane, che verrà presentato a Pieve Santo Stefano alle 10 di sabato prossimo, 16 settembre, in occasione del Premio annuale dei Diari, che inizierà nel paese aretino giovedì 14 per concludersi domenica 17.
«Il 7 luglio non è solo la data di nascita di mio padre - ricorda Barbara Tutino -, è anche il giorno - ma del 1944 - dell’occupazione partigiana di Cogne che divenne zona liberata, tra le prime repubbliche partigiane d’Italia, con una sua amministrazione, un suo sindaco, la radio e pure i francobolli. Un luogo dove trovarono rifugio in tanti. Proprio in questi giorni di ottant’anni fa, dopo l’8 settembre 1943, papà si rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale e riparò in Svizzera. Poi aderì alla lotta partigiana e nel settembre del 1944 arrivò a Cogne vivendo la prima esperienza di libertà dopo anni di dittatura, poi venne trasferito sulla Serra di Ivrea dove continuò fino alla Liberazione il suo impegno combattente.»
Però quei mesi passati in Valle d’Aosta e le amicizie che si erano create rimasero nel cuore di Saverio Tutino, bravo alpinista, allievo dello zio Ettore Castiglioni, uno dei più grandi interpreti della montagna italiana, anche lui partigiano nella Valpelline, scomparso tragicamente nel marzo del 1944. Così da Milano non mancarono i soggiorni a Peroulaz a “La Montanara” ed a Pila nella locanda aperta da Mario Bechaz, il maquisard “Falco”. Fu qui che nel 1954 ritrovò 10 anni dopo Orsetta Elter, che aveva conosciuto a Cogne tredicenne, lei divenne sua moglie e nel 1957 dette alla luce la loro figlia Barbara.
Scomparso a Roma nel novembre del 2011, prima di fondare l'Archivio nazionale dei Diari e il suo Premio che ogni anno anima Pieve Santo Stefano, Saverio Tutino aveva avuto una lunga vita ricca di avventura, inviato speciale tra i più seguiti ed apprezzati, già nel 1950 fece parte della prima delegazione di giornalisti occidentali inviata in Cina dopo la rivoluzione del 1949. Famosi i suoi editoriali per L’Unità, lo storico quotidiano del Partito Comunista Italiano, che all’epoca vendeva mezzo milione di copie al giorno, tanto che Saverio Tutino sin dagli anni Sessanta è stato per circa vent'anni uno dei più noti giornalisti dell’Occidente, considerato tra i maggiori esperti, se non il maggiore, di politica estera latino-americana, anche grazie alla sua lunga ed affabile amicizia con Fidel Castro, scrivendo oltre che su L’Unità, su Le Monde e El Pais. Numerosi i suoi libri, su Cuba, il Nicaragua, l'Argentina, il Cile, i ricordi dell’amicizia con Che Guevara, a costellare una carriera da protagonista dell’informazione e da studioso di avvenimenti politici epocali, sempre con un occhio rivolto verso Cogne, dove malgrado le lunghe trasferte in tutto il mondo non mancava mai di arrivare, soprattutto in estate, per trascorrere del tempo con la figlia Barbara.
«A me, mio papà ha insegnato - evidenzia Barbara Tutino - il gusto per l'indagine e l'esplorazione, la capacità di amare anche a distanza e l'avversione per i soprusi, le ingiustizie, il possessivismo e la competizione. Ora per il centenario della sua nascita arriva un francobollo, con la sua effige e il suo nome. Ne sono particolarmente felice.»