«Un evento atteso da tutta la città»
La Fiera di Sant’Orso non è soltanto la celebrazione del savoir faire degli artigiani valdostani, ma è anche un evento importante sotto il profilo economico per le ricadute che ha sulle attività commerciali e ricettive della città. In merito all’ipotesi di far slittare la Foire in primavera, attualmente al vaglio della Giunta regionale, il presidente dell’Ascom di Aosta - nonché storico espositore dei pezzi di artigianato prodotti dalla sua azienda Derby Ceramica - Ermanno Bonomi osserva che «Sicuramente tra l’opzione di posticipare la Millenaria e quella di non farla, è meglio recuperarla. Però è necessaria un’operazione di marketing e di promozione dell’evento per far venire i visitatori, dato che a differenza della Fiera tradizionale non ha un pubblico fidelizzato essendo un appuntamento inedito. Il battage pubblicitario, però, deve inziare in tempi brevissimi, perché il periodo in cui dovrebbe svolgersi la manifestazione, tra metà marzo e metà aprile, è praticamente già alle porte. Inoltre bisogna darle un altro nome per non snaturare la Millenaria. Quale? Per esempio Festa dell’Artigianato Valdostano che, prevedendo adeguati eventi collaterali, potrebbe avere una durata superiore a 2 giorni, magari anche di una settimana. Tra gli artigiani la voglia di recuperare la Foire cancellata a gennaio con un altro appuntamento è tanta, perché hanno già preparato dei pezzi nuovi da esporre. Lo stesso vale per i commercianti che vedono in questa ipotesi una grande opportunità. Finita l’emergenza sanitaria, però, la Fiera di Sant’Orso deve essere nuovamente organizzata il 30 e il 31 gennaio».
Marco Bich, titolare dell’Hotel HB Aosta e delegato dell’Associazione degli Albergatori e Imprese Turistiche della Valle d'Aosta per la città, non nasconde qualche perplessità. «Quando la situazione sanitaria è sotto controllo - osserva Marco Bich - l’esperienza ci insegna che la gente riscopre la voglia di viaggiare, di andare in vacanza, di muoversi. Pertanto un evento di grandi dimensioni come potrebbe essere una Fiera di Sant’Orso posticipata in primavera, rischierebbe di portare benefici limitati dato che i turisti verrebbero lo stesso. Ecco perché non la chiamerei Foire, ma sceglierei un altro nome per una manifestazione che comunque valorizzi l’artigianato valdostano. Il nostro augurio è che se tale ipotesi diventasse realtà, gli uffici che collaboreranno per realizzarla sviluppino una sinergia efficace, improntata al dialogo e alla massima collaborazione, per evitare che il meccanismo si inceppi».