Un bike park da 1.250.000 euro? Dieci domande sul futuro del Col de Joux

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A Col de Joux, località turistica a ben 16 chilometri da Saint-Vincent, si stanno destinando sempre più risorse. Come preannunciato nei mesi scorsi dalla Giunta comunale, dopo i 600.000 euro per la revisione degli impianti di risalita, a cui seguiranno centinaia di migliaia di euro all’anno per la loro gestione, potrebbe essere ora la volta di un bike park da 1.250.000 euro, del quale, grazie a un accesso civico generalizzato, ho potuto leggere lo studio realizzato dalla società Dolomeet.

Poiché sul tema la minoranza consiliare ha chiesto la convocazione di un Consiglio comunale, che si terrà il 29 novembre, ritengo opportuno rivolgere all’intero Consiglio ulteriori 10 domande su Col de Joux, dopo quelle dello scorso 30 marzo. Mi auguro che da esse si possa trarre spunto per il dibattito.

In discussione, lo chiarisco subito, non è la scelta - condivisibile - di sviluppare sul territorio comunale il turismo legato alla bicicletta, ma il fatto che, per tale scelta, siano ritenuti indispensabili costosi ed energivori impianti di risalita distanti 16 chilometri da Saint-Vincent.

1. L’attuale Giunta comunale si è insediata il 6 ottobre 2020, ma i lavori di revisione degli impianti di risalita sono stati messi a bando solo 500 giorni dopo, mentre la studio del prodotto ciclo-turistico nel comprensorio di Saint-Vincent è stato affidato ben 624 giorni dopo. En passant, è interessante osservare che, nel Piano di sostenibilità economica per il rilancio del comprensorio del Col de Joux, datato 11 giugno 2021 (248 giorni dopo l’insediamento), non vi sia traccia di attività ciclo-turistiche. Perché lo studio è stato affidato con tanto ritardo e, soprattutto, dopo la revisione degli impianti di risalita, visto che era chiamato a descriverne il possibile utilizzo all’interno della strategia ciclo-turistica? Non sarebbe stato più corretto affidare uno studio che valutasse scenari con e senza seggiovia? Con e senza ski-lift? È stato lo stesso assessore allo sport ad affermare, nel Consiglio comunale del 28.7.2022, che è necessario “svincolare il futuro del Col de Joux dalla pratica dello sci”. Non sarebbe stato dunque opportuno uno studio che valutasse diversi scenari, visto che per gli impianti di risalita si prevede un utilizzo limitato per lo più al periodo estivo?

2. In genere, sia in ambito imprenditoriale sia, soprattutto, in un contesto di spesa pubblica, si preferisce procedere per livelli successivi di complessità e di spesa: si inizia con un progetto più piccolo, se ne verificano i riscontri oggettivi, eventualmente si amplia il progetto. Non sarebbe stato più coerente con il ruolo di amministratori, che hanno in gestione beni pubblici, far valutare nello studio anche un progetto più modesto da ampliare progressivamente? Per esempio, un progetto ciclo-turistico iniziale in prossimità del capoluogo, da sviluppare nel corso del tempo. Immagino che, sempre nell’ambito delle attività ciclo-turistiche, ad alcuni di voi saranno note iniziative che consentono di utilizzare piste di discesa da raggiungere con servizi di bike shuttle. Che cosa avrebbe impedito di includere, in un progetto iniziale di ciclo-turismo a Saint-Vincent, attività analoghe in prossimità del capoluogo? A questo proposito, a pagina 94 dello studio, si ipotizza un sentiero per mtb da Col de Joux a Saint-Vincent, per il quale si suggerisce, “un domani”, un servizio di bike shuttle. È curioso osservare come l’unica attività che potrebbe coinvolgere direttamente il paese non implichi l’impiego della seggiovia…

3. In assenza di uno studio che confronti lo sviluppo del ciclo-turismo sul territorio comunale con e senza impianti di risalita, che cosa induce a ritenere che, per le attività ricettive e commerciali del capoluogo, sia preferibile un grande bike park distante 16 chilometri, piuttosto che attrazioni ciclo-turistiche più modeste e meno costose, ma in prossimità del paese?

4. La scorsa estate ho personalmente verificato che, in numerose giornate, i posti auto a Col de Joux sono saturi, con la presenza anche di quasi 200 veicoli parcheggiati ovunque, persino lunghi i bordi delle strade. In base a quali considerazioni, dunque, si ritiene che Col de Joux sarebbe una località da rilanciare in estate? Se si prevedono ulteriori presenze, si dovranno realizzare altri parcheggi. Dove? Con che costi?

5. L’incarico alla ditta Dolomeet è stato affidato il 22 giugno 2022. Perché non si è chiesto di inserire nello studio la valutazione dell’afflusso turistico nell’estate 2022? In altre parole: la stagione estiva a Col de Joux non pare aver necessità di alcun rilancio. Perché nello studio non c’è traccia dei dati delle presenze a Col de Joux nei mesi estivi? A mio avviso, infatti, lo studio non avrebbe dovuto prevedere quante persone usufruiranno delle nuove attrazioni, ma quante saranno le persone in più rispetto a quelle numerosissime che già frequentano la località d’estate.

6. Siete al corrente che la seggiovia, assorbendo 237 kW di potenza (fonte: mio accesso civico del 7.8.2022), in una sola ora consuma tanta energia elettrica quanta una famiglia media italiana in un mese, mentre in una giornata di 7,5 ore di esercizio (pagine 113/114 dello studio) consuma quanto 220 famiglie in 24 ore? A questo proposito, sarebbe da chiarire il conteggio a pagina 114 dello studio, dove si prevede che la seggiovia assorba solo 80 kW, da moltiplicare per 7,5 ore al giorno per 72 giorni, che, con un costo di 0,50 € a kWh, porta a un totale di soli 21.600 € a stagione. Con il calcolo eseguito utilizzando la potenza di targa di 237 kW, il costo sarebbe invece di 63.990 € e porterebbe i costi totali di esercizio stagionali a 121.990 €, anziché 79.600 €.

7. A pagina 35 dello studio si parla di “turismo esperienziale”. È stato valutato il rischio che Col de Joux, proprio per la estrema lontananza da Saint-Vincent, diventi una meta “esperienziale” a sé stante, isolata dal capoluogo o legata, magari, a località più vicine come Brusson? Ricordiamo che a pochi chilometri da Brusson, a Estoul, esiste già un bike park. Sembrerebbe, dunque, che sarà Brusson, e non Saint-Vincent, a diventare il paradiso degli appassionati delle due ruote: Brusson Bike Paradise e Col de Joux Bike Park, entrambi a circa 7 km di distanza da Brusson capoluogo. Senza spendere un euro, Brusson vedrebbe raddoppiare la propria offerta ciclo-turistica. Si è valutato che un ciclo-turista preferisca soggiornare a Brusson anziché a Saint-Vincent, che dista oltre 16 km da Col de Joux? Come si pensa di convincerlo a percorrere quasi 10 km in più? Che cosa impedirebbe a una struttura ricettiva di Brusson, anche in virtù della offerta ciclo-turistica già presente sul proprio territorio, di stringere accordi con il futuro gestore del bike park al fine di ottenere, per la propria clientela, tariffe e condizioni agevolate?

8. A pagina 112 dello studio sono previsti 1.950 pernottamenti il primo anno, 2.340 il secondo anno, 2.808 il terzo anno. Dove avverrebbero questi pernottamenti, vista l’assenza di attività ricettive a Col de Joux? Forse a Brusson? In base a quale considerazione i pernottamenti sono stati calcolati come metà dei ticket venduti? Quali concrete azioni di monitoraggio presso i turisti che frequentano Saint-Vincent sono previste per valutare la conoscenza, il gradimento e la frequentazione del bike park e, soprattutto, per stimare quanti pernottamenti sono generati dalla presenza dello stesso? La descrizione dettagliata delle azioni di monitoraggio è prevista in ogni bando per l’ottenimento di fondi pubblici e privati. In questo caso, i finanziatori sono i cittadini, che avrebbero il diritto di conoscere come verrà misurata l’efficacia degli ingenti investimenti previsti e delle future spese di gestione.

9. In qualsiasi bando pubblico o privato per ottenere finanziamenti, i riscontri previsti in termini di indotto o affluenza devono essere documentati. In questo caso, per esempio, tramite accordi con tour operator o operatori turistici locali. Nel caso del bike park, quali sono gli elementi concreti che consentono di fare previsioni sui ticket venduti e, soprattutto, sui pernottamenti nel territorio comunale? È noto che lo studio dell’Università della Valle d’Aosta del 2020 su Col de Joux, riferendosi al record di presenze turistiche a Saint-Vincent nel bimestre dicembre 2019/gennaio 2020, con gli impianti di risalita chiusi, e al sondaggio fra gli albergatori, non ha potuto dimostrare alcun indotto nel capoluogo dell’attività sciistica: “L’andamento dei flussi turistici non perturbati dalla chiusura della stazione sciistica e le risposte degli albergatori lasciano insoluta la domanda di fondo circa la convenienza economica di mantenere in attività la stazione sciistica”.

10. Nonostante i 500 giorni impiegati per decidere, è stato dunque precipitoso revisionare gli impianti di risalita di Col de Joux in mancanza di un approfondito studio che considerasse lo sviluppo del prodotto ciclo-turistico anche senza di essi?

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