Umberto Roullet, l’ultima partita del campione del mondo di tsan

Umberto Roullet, l’ultima partita del campione del mondo di tsan
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La voce tonante, lo sguardo sghembo e quel buon umore che contagiava. Uomo allegro, Umberto Roullet combatteva così il male che la vita gli aveva messo di traverso, da quando poco più che quarantenne si era manifestato il tumore alla testa e lui vinse la sua prima battaglia, non senza soffrire. L’allegria era per lui anche auto ironia e non mancava di sottolineare, dandosi un’aria molto seria, che lui era stato campione del mondo di tsan. Però al di là delle battute, Umberto Roullet aveva nel cuore gli sport popolari, la campagna e l’allevamento, nato ad Aosta il 16 ottobre del 1941 ma vissuto al Bret di Saint-Christophe nella bella cascina dei Roullet, originari di Arvier, gestita dal papà Enrico e dalla mamma Jolanda Cuneaz, dove era cresciuto insieme al fratello Cesare ed ai cugini Piero e Elfrida. Nei prati alle porte di Aosta, Umberto Roullet aveva scoperto l’arte dello tsan, era un ragazzo e soprattutto un mancino, così lo allenarono per essere pericoloso, difficile da contrastare e lui divenne bravo. Dopo le elementari a Saint-Christophe, le medie e il liceo classico ad Aosta, l’amore per la terra lo portò a Torino, alla Facoltà di Veterinaria, ma la domenica per lui era sinonimo di tsan e lo è stato sempre, prima da forte giocatore poi da competente appassionato, molto legato alle squadre del suo paese.

A Saint-Christophe per essere sicuri di averlo in campo con la serie A andavano a prenderlo in auto a Torino e così vinse parecchio, come lo scudetto del 1972, tanto da autofregarsi del titolo di campione del mondo, una cosa che gli piaceva molto e che non mancava di sottolineare, facendo sorridere gli amici, che però non capivano mai se fosse serio o scherzasse. Anzi negli ultimi tempi, quando la sofferenza lo aveva costretto ad una nuova battaglia, Umberto Roullet aveva voluto autodedicarsi la zona sportiva di Les Iles a Gressan, di sua proprietà, proveniente dalla famiglia della mamma Jolanda. Con il solito spirito da allegro combattente, ma anche con la lucidità di chi capisce il proprio destino, aveva studiato la targa da apporre all’ingresso del centro, scegliendo una sua fotografia sorridente proprio nel prato dietro alla cascina di Bret con la divisa del Saint-Christophe e nelle mani uno tsan e un boquet: è scritto «Circolo sportivo Umberto Roullet. Grande appassionato di sport e campione “del mondo” di tsan.»

Sono passati pochi mesi da quando Umberto orgoglioso della sua creazione l’aveva vista posizionata ed ora che nel pomeriggio di sabato scorso, 13 agosto, lo abbiamo salutato rimane questo bel ricordo, che rispecchia pienamente il suo spirito.

Dopo la laurea conseguita nel 1968 e il servizio militare a Pinerolo e Borgo San Dalmazzo come ufficiale veterinario negli Alpini, Umberto Roullet aveva iniziato a lavorare nel 1969 al Traforo del Monte Bianco al controllo degli animali che transitavano, poi con lo stesso compito era sceso all'Autoporto di Pollein. L’anno successivo sposò Maria Meynet di Sarre, diventando padre nel 1971 di Stefania e nel 1976 di Elena, trasferendosi a Sarre anche se Saint-Christophe rimase sempre il suo luogo del cuore.

Proprio nel 1976 dopo avere sostenuto il concorso a Roma al Ministero della Sanità ottenne il passaggio a ruolo, entrando in servizio nel febbraio del 1977 e poi transitando nel 1983 alle neo costituita Unità Sanitaria Locale della Valle d’Aosta. Nel 1985 la mazzata del tumore al cervello, operato con successo, lo spinse con il suo forte carattere a rimettersi in gioco e così preparò un nuovo concorso ministeriale, questa volta da dirigente. Superata la prova diventò il nuovo veterinario regionale della Valle d’Aosta, subentrando a Dario Margaroli, andato in pensione.

Nel frattempo, come tanti suoi colleghi, si era dedicato pure alla professione privata per i piccoli animali ed insieme all’amico fraterno Mauro Ambrogio aveva aperto nel 1971 un ambulatorio che lo occupò per vent’anni.

Uomo per natura pratico, Umberto Roullet aveva vissuto gli anni che lo portarono alla pensione nel 2005 con la perplessità di vedere sempre più il suo ruolo operativo - sul territorio e vicino alla gente, lui che amava così tanto l’essere veterinario - trasformato in quello del burocrate, impegnato a districarsi tra mille disposizioni, spesso in contrasto una con l’altra. Così per lui quando arrivò il momento non ebbe rimpianti, anzi si dedicò al suo bell’orto, a seguire lo tsan, ai viaggi, una sua grande passione che lo aveva portato - curioso come era - in Perù, Cile, Polinesia, Libia, Giordania, Laos, Cambogia, Cina, mete rare per i tempi. Inoltre da sempre era un lettore attento a tutte le pubblicazioni riguardanti la Valle d’Aosta e quando lo si incontrava spesso parlando diceva «lo avete scritto voi, lo avete scritto voi».

Gli ultimi dieci anni per Umberto Roullet sono stati difficili e dolorosi. La ricomparsa del male però non gli ha mai tolto il buon umore e la voglia di sorridere e di far sorridere, fino a giovedì quando dal Beauregard, da dove lo sguardo arriva ai prati di Bret, il campione «del mondo» di tsan è andato a giocare in alto, impugnando il suo boquet.

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