Ultimo pellegrinaggio estivo all’Immacolata
Domenica scorsa, 25 settembre, si è svolto il 35esimo pellegrinaggio diocesano al santuario di Maria Immacolata e l’ultimo di quelli estivi 2022. Nonostante la giornata dal clima tipicamente autunnale, con nuvole basse gonfie di pioggia caduta a tratti incessante, motivo per cui è stata annullata la processione dall’Istituto Don Bosco al santuario di Maria Immacolata, sono stati numerosi i fedeli che alle 15 hanno recitato il rosario nel santuario e alle 16 partecipato alla Messa presieduta e concelebrata dal vescovo monsignor Franco Lovignana con il canonico della Cattedrale Renato Roux, con i padri oblati Giampaolo Gugliotta, Sante Gazzola, Victor Sène e con il diacono Roberto Cerise, mentre padre Palmiro Delalio ha animato i canti suonando l’organo. Nel rosario che contemplava i misteri gloriosi il Vescovo ha esortato a pregare per il nostro Paese nel giorno delle elezioni, per chi verrà eletto, per la nostra Diocesi e in modo particolare per le vocazioni sacerdotali, religiose, per i matrimoni cristiani, per la pace e per tutte le intenzioni che ciascuno portava nel cuore. Prendendo lo spunto dal vangelo del giorno il Vescovo nell’omelia ha detto: «Riascoltiamo in questa domenica la parabola che conosciamo bene e abbiamo ascoltato tante volte del ricco che ogni giorno banchettava lautamente e di questo povero che sta alla sua porta, sperando di ricevere qualche briciola alla mensa del padrone di casa. Gesù raccontando questa parabola fotografa una situazione sociale ed economica del suo tempo, un sistema ingiusto non molto diverso nella sostanza da ciò che anche noi viviamo oggi. Purtroppo, l’umanità in certe cose non si evolve: chi è ricco diventa sempre più ricco e chi è povero sempre più povero». Monsignor Lovignana ha proseguito: «La radice dell’ingiustizia è che ognuno fa ruotare tutta la realtà attorno a sé stesso. E ciò che colpisce nella parabola è che il ricco, cosiddetto Epulone, non solo non condivide ciò che ha ma, molto peggio, non si accorge neppure di chi sta alla sua porta a mendicare». E ha concluso: «Ecco, che in questa domenica siamo invitati a prendere coscienza che la radice dell’ingiustizia è dentro al cuore di ciascuno di noi».
Nella preghiera dei fedeli le intenzioni sono state per le comunità cristiane, per quanti governano i popoli e le nazioni, per tutti i migranti e i rifugiati, perché quanti per motivi diversi sono costretti a lasciare le loro terre non incontrino diffidenza ma preziosa accoglienza, per i defunti. Al termine della Messa l’organista e l’assemblea hanno cantato Je te salue, il canto mariano più amato dai valdostani.