Ultima settimana di sci, sulle piste fino a Pasquetta

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Ultimi 10 giorni di apertura dei comprensori sciistici in una stagione caratterizzata da tante incertezze - dalla pandemia alla guerra - che hanno ridotto le presenze straniere, senza dimenticare lo scarso innevamento. Chiuderanno tra lunedì e martedì prossimi, 18 e 19 aprile, gli impianti nelle principali stazioni.

Nel Monterosa Ski (Ayas, Gressoney, Alagna, Antagnod, Estoul e Champorcher) stop lunedì 19, tranne l’Indren, che meteo permettendo sarà aperta fino al 25. Per quanto riguarda le presenze (primi ingressi), siamo a meno 13 per cento rispetto all’ultima stagione normale, pre-pandemia, quella del 2018-19, mentre il fatturato al 3 aprile ha segnato un più 4 per cento (solo per il comprensorio principale). «Le feste di Natale sono andate molto bene e anche gennaio per quanto riguarda gli italiani e i biglietti singoli non è stato male» spiega il direttore amministrativo Daniel Grosjacques. «Da febbraio in poi sono mancate invece le settimane bianche e in particolare la clientela straniera. Cambiavano troppo spesso le regole e non erano uniformi tra i Paesi europei. Per cui il turismo internazionale è arrivato in misura minore e solo tardivamente, da marzo, senza poter prenotare in anticipo».

Chiuderanno il giorno di Pasquetta gli impianti di La Thuile. «Da quelle che erano le prospettive iniziali, la stagione è andata bene» precisa il presidente delle funivie Killy Martinet. «Si pensava di avere meno stranieri, invece ci sono stati, anche se più famiglie che gruppi per via dell’assenza dei tour operator, in particolare di Interski. A gennaio soprattutto britannici, scandinavi e danesi, a febbraio e marzo francesi, da aprile anche qualche belga. Il che ci ha consentito di chiudere quasi in linea con il 2018-19, solo in calo del 5 per cento. Ancora oggi grazie alla neve artificiale, si arriva fino in paese con gli sci e negli ultimi giorni ha nevicato dai 2000 metri in su». Venerdì 15 aprile avranno luogo a La Thuile la 43esima edizione dello Slalom di Pasqua, riservato ai ragazzi e agli adulti, e la 49esimaa edizione della Gara dell’Uovo dedicata ai bimbi dai 4 ai 10 anni.

Unica eccezione sia per la chiusura, protratta fino al 1° maggio per la parte del Breuil, sia per la presenza di stranieri, in linea con gli anni precedenti, è quella della Cervino spa, i cui impianti chiuderanno domenica 18 aprile solo a Valtournenche. «La stagione è andata decisamente bene per il comprensorio principale, con incassi in crescita rispetto alla stagione 2018-19» conferma Herbert Tovagliari, presidente e amministratore delegato. «Abbiamo registrato un lieve calo dei primi ingressi. I comprensori minori hanno patito lo scarso innevamento naturale, con cali più sensibili in termini di presenze. Gli incassi a Chamois sono stati in linea con il 2018/19, quelli di Torgnon sopra. Comunque la stagione è stata più che buona se si pensa alla mancanza di neve, alla pandemia e ora alla guerra. Il turismo straniero alla fine non è mai mancato».

Quanto alla Pila spa (Pila, Cogne e Crévacol), è forse la stazione che ha sofferto di più la mancanza di neve naturale, poiché, come spiega il presidente e amministratore delegato Davide Vuillermoz, «è focalizzata sullo sci e non avendo strutture ricettive si lavora non sulle settimane bianche, ma su utenti che decidono anche all’ultimo momento di sciare in giornata, influenzati dall’innevamento. Cogne e Crevacol hanno registrato un calo del 10 per cento rispetto al 2018/19. A Cogne sono rimaste aperte la telecabina Pulsé e la seggiovia Gran Crot, ha già chiuso la seggiovia Sylvenoire. A creare problemi è stata anche l’assenza di Interski, che nel 90 per cento dei casi sceglie pernottamenti in fondovalle e sci a Pila, e per noi vale il 10 per cento del fatturato. Complessivamente siamo a una flessione del 15 per cento».

Si scia fino a Pasquetta a Courmayeur, dove tutti gli impianti sono in funzione. «E' stata una stagione complessa, iniziata con poca neve, proseguita in arancione, rischiando il rosso, e con pochi turisti stranieri» commenta Danilo Chatrian direttore generale Courmayeur Mont Blanc Funivie. «Tuttavia si è conclusa con presenze sotto di giusto un paio di punti percentuali rispetto al 2018-19. Abbiamo riscontrato che, se ci sono le condizioni, la voglia di sciare c'è. Le vacanze di Natale sono andate meglio la prima settimana di gennaio. Il mese migliore è stato febbraio, mentre marzo ha risentito del fatto che ai tour operator erano mancati i mesi precedenti per organizzare i gruppi».

Passando dallo sci alpino allo sci nordico, l’unico comprensorio aperto ancora questo fine settimana e, qualora nevichi ancora, fino a Pasquetta, è quello della Val Ferret, con 15 chilometri su 22.

«Per lo sci di fondo non è stata una buona stagione», commenta Fabrizio Lombard, presidente Avef (Associazione valdostana enti gestori piste da fondo). «Memori del buon andamento dell’anno scorso, quando l’innevamento era buono e, per via degli impianti chiusi, molti bambini che avrebbero frequentato le lezioni di sci alpino si sono orientati volentieri verso lo sci nordico. Questo al contrario è stato l’inverno più secco degli ultimi anni e con le temperature più elevate. L’unica ad aver avuto buone condizioni per tutta la stagione è stata la Val Ferret. In più si è risentito del minor numero di stranieri, perfino quelli di prossimità, francesi e svizzeri, in calo del 30 per cento». Lo conferma Enrico Privizzini, direttore delle piste di Arpy e della Val Ferret: «Gestisco l’anello di Arpy da 30 anni e una stagione come questa non era mai capitata. Al contrario in Val Ferret c’è un microclima che favorisce la neve naturale anche in annate negative come questa. Ora addirittura abbiamo chiuso per 2 giorni per le abbondanti nevicate in alta quota, dai 2000 in su, e per il pericolo di valanghe. Non è stata un’annata straordinaria solo perché sono mancati i francesi fino a gennaio per via del Covid, ma è stata decisamente positiva se confrontata con altre stazioni della regione».

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