Ultima campanella, sono iniziati gli esami Dai numeri l’emergenza dispersione
L’ultima campanella, in Valle d’Aosta, ha segnato la fine delle lezioni giovedì scorso, 15 giugno (per alcune scuole il 14). Sono 14.126 gli alunni valdostani che hanno iniziato ufficialmente le vacanze estive, che dureranno fino al prossimo lunedì 11 settembre, quando si avvierà il nuovo anno scolastico che si concluderà a sua volta giovedì 6 giugno 2024. Ad illustrare i prossimi impegni scolastici, giovedì 15 nella sala conferenze della Biblioteca regionale, sono stati l’assessore regionale al Sistema educativo Jean-Pierre Guichardaz e la sovraintendente agli studi Marina Fey, che da poco ha confermato la disponibilità a ricoprire il ruolo.
Gli esami di terza media
Anche se le lezioni si sono chiuse in ritardo di una settimana rispetto alle altre regioni, valgono le scadenze nazionali per gli esami di fine ciclo. Restano tranquilli i 5.055 alunni della scuola primaria, mentre dei 3.569 della scuola secondaria di primo grado 1.208 saranno impegnati con gli esami di Stato del primo ciclo di istruzione, in 10 istituzioni scolastiche su 12, dato che nella Jacquemet di Verrès e nella Cerlogne di Saint-Pierre le medie non ci sono. Ogni Istituzione scolastica organizza le proprie date, ma il termine per tutte le attività scolastiche resta tassativo quello di venerdì 30 giugno.
In Valle d’Aosta, l’esame è costituito dalle prove scritte di italiano, poi quella sulle competenze logico-matematiche ed infine la prova scritta di lingua francese, dove il livello atteso è il B1. Torna anche, in un giorno diverso da quello per il francese, la prova scritta di lingua inglese, per un livello atteso A2. C’è poi il colloquio, nel quale si accertano anche le competenze di educazione civica. La votazione finale è in decimi ed è composta dalla media tra il voto di ammissione e la media dei voti attribuiti alle prove scritte e al colloquio.
La “maturità”
Nella scuola superiore la data d’inizio degli esami è nazionale. Le prove Invalsi e le prove linguistiche regionali non influiranno sull’esito finale ma tornano ad essere requisito di ammissione all’esame mentre non lo è più lo svolgimento dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), in deroga alla norma. Le commissioni d’esame, in tutto 28, una ogni 2 classi, sono composte da un Presidente esterno, da 3 membri esterni e 3 interni all’istituzione scolastica, per un totale di 282 commissari.
La prima prova, quella di italiano, inizia alle 8.30 di mercoledì 21 giugno. Giovedì 22 la seconda prova riguarderà le discipline caratterizzanti e martedì 27 si svolgerà la terza prova, quella regionale di francese. «Il motivo dell’intervallo fra la seconda e la terza prova - ha spiegato la Sovraintendente - è che la seconda può anche svolgersi su più giorni». Infine, i maturandi sosterranno un colloquio multi e interdisciplinare, che comprenderà anche l’educazione civica. «L’orale partirà dal Profilo educativo, culturale e professionale dello studente - aggiunge la Sovraintendente - al quale verrà chiesto di analizzare testi, progetti e problemi, con approccio critico e anche in lingua. I candidati potranno anche riportare il loro percorso Pcto. E’ la prima volta che in Valle d’Aosta, come a Trento e Bolzano, si tiene conto del curricolo degli studenti, che potranno riportare anche esperienze formative in contesti extra scolastici, ad esempio di volontariato». Il punteggio massimo sarà di 40 punti su 100 per i crediti scolastici, 20 per ogni prova, e francese farà media con italiano.
Dispersione
Il divario tra i 1.200 che sostengono l’esame di terza media e gli 800 che sono arrivati alla maturità, un terzo in meno e senza tener conto del calo demografico, richiama un’altra questione: «I numeri non tornano. - dice la Sovraintendente - Sappiamo che una parte di studenti sceglie i percorsi professionalizzanti, ma non sono così tanti. Stiamo lavorando per arginare la dispersione scolastica, sia con i fondi PNRR gestiti dalle scuole sia con la nuova figura di tutor orientatore. Cercare di mantenere agganciati anche i fragili, tenerli nei percorsi scuola. E Pnrr va in questa logica». La dispersione esplicita, cioè gli abbandoni, è scesa dal picco del 17 al 14 per cento, 1 punto più del 12,7 per cento nazionale, mentre i “neet”, che non studiano e non lavorano, sono al 16 per cento contro il 23 per cento nazionale.