Turismo, «Senza i dati relativi alle presenze delle locazioni brevi abbiamo perso 7 milioni»

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La Valle d'Aosta ha contato nel periodo pre-Covid circa 3,5 milioni di presenze turistiche l'anno.

Tuttavia, se oltre ai dati delle strutture ricettive, fossero stati considerati anche quelli degli alloggi a uso turistico, il numero sarebbe salito a 5,2 milioni.

Lo ha detto l'assessore al Turismo, Jean-Pierre Guichardaz, illustrando all'assemblea del Cpel - martedì scorso, 24 gennaio - il disegno di legge «Disciplina degli adempimenti amministrativi in materia di locazione per finalità turistiche».

«La Valle d'Aosta - ha sottolineato - è l'unica regione italiana, insieme al Molise, a non essersi dotata di questo strumento».

Il disgno di legge mira infatti - «oltre a garantire più controllo del territorio e ad andare verso l'equità nei confronti dell'impresa» - a rendere noto all'Office régional du tourisme i dati di arrivo e di presenza a fini Istat in questa tipologia di alloggi.

La stima sulle presenze, ha spiegato Jean-Pierre Guichardaz, è stata svolta basandosi sui «circa 3.800 appartamenti presenti in Valle d'Aosta su Airbnb: siamo in presenza di un fenomeno che conta ottimisticamente un terzo, se non la metà della ricettività tradizionale».

Tra le conseguenze della mancanza di una legge c'è una «politica di promozione turistica» che si basa su dati incompleti. Ma anche delle perdite finanziarie: «Il fondo montagna - ha detto Jean-Pierre Guichardaz - è stato erogato in Valle d'Aosta con un dato sfalsato. Con le 5,2 milioni di presenze avremmo potuto avere 6-7 milioni di euro per il sostegno all'industria del turismo».

Inoltre «l'Alto Adige ha 33 milioni di presenze registrate. Con le nostre 3,5, da un punto di vista dell'appeal siamo degli “sfigati” se rapportiamo il numero di abitanti a quello degli ospiti e alla capienza».

«Gli interventi normativi presentati sono frutto di un percorso di condivisione tra la Regione e gli Enti locali, che si è intensificato negli ultimi mesi. - ha segnalato Loredana Petey responsabile politico degli enti locali per ciò che concerne l’argomento - Come Cpel abbiamo condiviso l’esigenza di introdurre una disciplina del fenomeno delle locazioni ad uso turistico, anche per una questione di presidio e di controllo, ai fini della sicurezza dei nostri territori e delle nostre comunità».

In particolare i sindaci hanno chiesto di prevedere 2 scadenze annuali (anziché le 3 ipotizzate) per il versamento al Comune dei proventi dell’imposta di soggiorno e per la presentazione delle dichiarazioni connesse da parte dei gestori delle strutture turistico-ricettive e dei locatori di alloggi ad uso turistico.

«Riteniamo importante l’applicazione dell’imposta di soggiorno in tutti i Comuni della Valle d’Aosta e anche agli alloggi ad uso turistico, in maniera tale da garantire uniformità su tutto il territorio regionale. - ha proseguito Loredana Petey - Senza conoscere i dati non si possono attuare strategie di sviluppo turistico del territorio, questo vale sia per le località star sia per i Comuni con numeri più piccoli».

«L’approvazione delle norme, oltre a consentire ai Comuni una miglior pianificazione strategica, darà a nostro avviso un importante impulso per un ulteriore incremento della qualità dell’offerta turistica dei nostri territori».

Via libera da parte dei sindaci anche al Piano Operativo Annuale per l’anno 2023 dell’Office Régional du Tourisme, con la richiesta di fissare a martedì 28 febbraio la scadenza per la presentazione per il sostegno a manifestazioni organizzate da enti e associazioni locali.

Office Régional du Tourisme e Celva istituiranno un tavolo di lavoro per l’organizzazione e la gestione dei punti informativi sul territorio.

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